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Uva (DG Coni Servizi): “I nostri tifosi sono maturi: il problema sono gli stadi”

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stadio_olimpico_anni90(Gazzetta dello Sport) Più abbonati allo stadio uguale tifosi più maturi. L’equazione è di Michele Uva, direttore generale di Coni servizi spa, che da anni studia (per Figc e Uefa) il sistema calcio in tutte le sue sfumature(anche quelle grigie), compresi gli stadi italiani. «La gente ha capito il momento del nostro calcio, non pretende più l’arrivo del campione a tutti i costi, ma segue la squadra del cuore anche ora che la priorità è abbattere i costi, più che fare il colpo di mercato. Certo, se avessero più servizi allo stadio, magari…».

 

INFERIORI ALL’ESTERO Ieri il vicepresidente della Figc Demetrio Albertini ha lanciato un nuovo grido d’allarme. «In Italia siamo indietro nelle strutture, perché gli stadi sono inadeguati per poter creare dello spettacolo come avviene all’estero». Uva concorda. «In Italia scontiamo ancora una carenza di servizi negli impianti. Non c’è dubbio che la qualità sia inferiore che nelle altre leghe importanti d’Europa: Inghilterra, Germania, Spagna e Francia». Albertini si lamenta per la legge che blocca i nuovi stadi, ma non è solo nella costruzione di nuove case di proprietà per i club la soluzione. «Il primo passo sta nell’attenzione al cliente – spiega Uva -. E nel fornirgli servizi come bar efficienti, bagni puliti, parcheggi e altre attrazioni. Poi certo, se lo si fa in uno stadio nuovo come ha fatto la Juve, meglio ancora».

 

 

 

COLMARE IL RITARDO «Il nostro ritardo – continua Uva – ha origini culturali e aziendali. Le società prima non avevano ben chiaro come investire in infrastrutture e servizi potesse essere un bene fondamentale per il loro futuro. Devo dire che dopo il recente corso in Figc, realizzato grazie anche alle leghe di A e B, i dirigenti stanno cominciando a ricredersi». Quando cambieranno le cose? «Nel giro di cinque anni o poco più. Sono fiducioso: nel 2020 saremo alla pari con gli altri paesi».
m.g.

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