Continua la favola di Roma che domina gara 7 e la porta a casa vincendo per 89-70, guadagnandosi così l’accesso alle finali scudetto cinque anni dopo la sconfitta contro Siena del 2008, patita per 1-4. La Virtus ha messo in cascina il pass per le finali riprendendosi dopo la sconfitta-thrilling casalinga di gara 5, raccogliendo le forze nervose e atletiche per annullare il primo match-point canturino al Pianella e completare l’opera questa sera al PalaTiziano, grazie ad un monumentale Jordan Taylor, formato NBA, con 18 punti e 5 assists e alle prestazioni importanti di Phil Goss,16 punti per lui, e Jones (14).
Coach Calvani parte con il quintetto formato da Taylor, Goss, Datome, Jones e Lawal, mentre dall’altra parte Trinchieri risponde con Ragland, Aradori, Brooks, Leunen e Tyus. La Virtus parte subito alla grande, andando sul +7 dopo soli 3 minuti, col punteggio di 9-2; Cantù prova a reagire e accorcia fino al 13-10, ma Jones ricaccia indietro i brianzoli, dando un nuovo +7 al settimo minuto, portando il risultato sul 17-10. Il secondo quarto si apre con un break di 10-2 di marca giallorossa, soprattutto grazie a due triple di Goss e D’Ercole, una per parte, oltre ai numerosi errori al tiro degli ospiti, portando il vantaggio virtussino di 12 punti al 113′, quantificato in un 28-16. Datome con una bomba allunga ancora, ma Aradori non ci sta ed assieme a Luenen e Ragland accorcia le distanze fino al -5 (37-32 al 17’) ma Roma reagisce con un libero di Lorant e con i timbri di Lawal e Goss, quest’ultimo con un grande buzzerbeater da due (cioè sulla sirena), chiude il primo tempo con 10 punti di vantaggio (42-32).
Le squadre rientrano in campo e la Virtus non cambia regime, anzi, preme ancora sull’acceleratore, approfittando della difesa molle degli avversari, riportandoli a distanza di sicurezza, sul +16 (54-38 al 25’). La Lenovo ci prova a mettere l’orgoglio, trascinata dall’immortale Mazzarino arriva al 54-45, quindi sotto la doppia cifra, e il terzo quarto si chiude sul 61-53, con 8 punti di distacco. Si preannuncia un finale di partita combattuto, ma i fatti dimostrano che per questa Virtus tutto muscoli e cuore non ci sono rivali: con Taylor e Jones sugli scudi Roma infatti piazza un parziale di 19 a 6 e raggiunge anche il +21 a 5 minuti dal termine. Di qui tutto in discesa, con la Virtus a controllare e a mettere il sigillo finale prima con una tripla di Jones, che sancisce il +24 sull’87-63 a 1 minuto e 20” dalla sirena, poi con l’inchiodata di Aleksander Czyz. 89-70 il finale.
Una Finale alla quale Roma arriva da outsider, un successo, un miracolo sportivo, pensando ai momenti in cui l’iscrizione al campionato era a rischio. Di contro una Cantù che spreca il match point del Pianella in gara 6 e gioca una gara 7 decisamente al di sotto delle potenzialità, con una difesa assai molle ed una scarsa presenza a rimbalzo (41-30 per Roma nel computo totale, di cui ben 13 offensivi ndr). Pietro Aradori e Ragland tengono a galla per tre quarti di gara la loro squadra, mettendo a referto 36 punti in due (20 l’azzurro, 16 l’americano).