IL ROMANISTA – M. MACEDONIO – Campione del Mondo e campione d’Europa. Vincent Candela è (ad oggi) l’unico, tra i giocatori che hanno vestito la maglia giallorossa, a poter vantare la conquista di entrambi i titoli, ovviamente con la propria nazionale.
E tutte e due le volte a danno degli azzurri, eliminati nei quarti nel Mondiale di Francia ’98, e battuti in finale nell’Europeo del 2000, ospitato da Olanda e Belgio. Un doppio traguardo, quello dell’ex esterno sinistro, che potrebbe diventare realtà anche per Daniele De Rossi, qualora domenica sera i ragazzi di Prandelli riuscissero nell’impresa di superare proprio gli attuali detentori dei due titoli, europeo e mondiale.
«Il ricordo che ho delle emozioni vissute in quelle due fasi finali è ancora oggi molto forte – racconta Vincent. – Soprattutto per quanto riguarda il Mondiale: perché era la prima volta che la Francia lo vinceva, e perché vincerlo davanti al tuo popolo è ancora più straordinario. […]».
Tornando a quelle due competizioni, tu non giocasti molte partite, chiuso com’eri, purtroppo, dalla concorrenza di Lizarazu, l’esterno mancino del Bayern.
E’ vero. Ma è la conferma di come si deve far parte di un gruppo, senza alimentare contrasti e condividendo invece fino al termine uno stesso percorso. Nel Mondiale giocai soltanto contro la Danimarca, nel girone, ma la soddisfazione, alla fine, fu ugualmente grande. Lo stesso dicasi per l’Europeo, che potremmo dire ci fu regalato dall’Italia.
Quella finale è ancora oggi vissuta da noi italiani come una beffa, se si pensa al pareggio di Wiltord nei minuti di recupero e al golden gol (che oggi, non a caso, non esiste più) di Trezeguet, dopo il vantaggio ottenuto dagli azzurri grazie al tuo amico Marco Delvecchio.
Lo so. Ma il bello del calcio è proprio questo. Che tutto può essere rimesso in discussione in qualsiasi momento. Ricordo la delusione dei miei compagni della Roma, da Delvecchio a Totti e a Montella, che mi fermai a salutare, ma in noi francesi, che venivamo dal Mondiale di due anni prima e ne sfruttavamo ancora l’onda positiva, c’era grande determinazione e fiducia nei nostri mezzi. Che ci permise di non mollare fino all’ultimo.
Veniamo a Daniele e alla possibilità che si prospetta, anche per lui, di centrare domenica il doppio traguardo.
Daniele lo conosco bene, anche se quando giocava insieme a me era molto giovane. A lui auguro tutto il bene possibile, perché è, ed è sempre stato, un giocatore dai valori veri, sani. Un autentico trascinatore. E non a parole, come tanti, ma nei fatti. Sul campo. Uno che, quando sta bene, è tra i più forti al mondo. L’ho detto anche ad una tv francese all’inizio di questo Europeo: schierato come difensore era, a mio parere, sprecato, anche se lui, con le sue qualità, può giocare in qualsiasi parte del campo. Ma a centrocampo, e con la possibilità quindi di far gol e organizzare anche l’attacco, come sta facendo ora, è eccezionale. Daniele sta davvero facendo un Europeo stratosferico. E gli auguro con tutto il cuore di vincerlo. Così come, da francese ma anche romano acquisito, lo auguro all’Italia.
A proposito di Roma, non posso non chiederti di Zeman, che tu, arrivato giusto da pochi mesi nella Capitale, hai avuto come allenatore nei due anni, dal ’97 al ’99, della sua prima esperienza sulla panchina giallorossa.
È un grande tecnico. Anche se capitava spesso che ci litigassi. Ma ero molto giovane, allora, e solo col tempo ho capito quanto valesse veramente. Mi ricordo che ne parlavo spesso con Totti o Di Francesco. Penso che per la Roma sia stata la scelta migliore, oggi. Soprattutto perché c’è una rosa di giovani che, con lui, può crescere e fare molto bene.
Chiudiamo tornando alla sfida di domani sera a Kiev. Come te l’aspetti?
L’Italia mi ha fatto una grande impressione contro la Germania. Al contrario, la Spagna mi sembra che arrivi a questa finale in forte calo. Se devo fare un pronostico, dico 2-0 per gli azzurri. E ci metto anche un grande “in bocca al lupo” per Daniele!
Comments are closed.