IL MESSAGGERO (M. FERRETTI) – Il più intoccabile degli intoccabili non è più intoccabile. Forse perché lui, artista del dribbling e pure (mezzo) eroe nazionale, pochi giorni fa non è riuscito neppure a dribblare un comandante d’aereo e imbarcare ad Abidjan la sua riccioluta amica bionda (tinta) senza passare dal check-in. Tempi duri, anzi lenti per Gervinho, la freccia nera della Roma. Una freccia recentemente poco acuminata, e il rendimento complessivo della squadra ne sta risentendo in maniera esagerata. Senza ali, tu lo sai, non si vola, ci ricorda da oltre quaranta anni il maestro Lucio. E la Roma senza la spinta dell’ivoriano sta facendo fatica. Gervinho non segna dalla prima giornata contro la Fiorentina e sono ormai 9 le partite che ha giocato senza andare a bersaglio, e con la maglia della Roma questo non era mai successo. Una flessione inattesa, per certi versi, ricordando il suo fenomenale rendimento nella passata stagione. Ma, chissà, forse era troppo presuntuoso pretendere un bis così scintillante. Sta di fatto che Gervinho ha cominciato a conoscere i primi mugugni e anche le prime sostituzioni, come accaduto martedì scorso a Mosca. E se Garcia contro il Cska non gli ha fatto terminare la partita, vuol dire che stava giocando veramente male.
AMARCORD – Nella passata stagione, Gervinho a Milano contro l’Inter sfoderò la sua prima grande prestazione da romanista: da solo fece impazzire la squadra allora di Walter Mazzarri, assist a Totti e rigore procurato. Da quel momento in poi, l’ivoriano cominciò a essere il cartone animato più amato dai tifosi della Roma. Oggi l’indice di gradimento nei suoi confronti è ancora alto, però la gente romanista si aspetta che Gervinho torni in fretta a fare il Gervinho. Riuscirci nell’ultima notte di novembre contro l’Inter, avversario falsamente facile, farebbe comodo a lui, ai tifosi e soprattutto alla Roma, attesa in dicembre da impegni determinanti per la sua stagione, anche (o soprattutto) in campo europeo.