CORRIERE DELLO SPORT – R. MAIDA – Previsione facile facile: Roma tutta all’attacco, Genoa che risponde di tanto in tanto con il contropiede.Qualche gol. Dovrebbe essere questo il tema tattico della partita di domenica sera a Marassi, in linea con quella pazza dello scorso anno, giocata sempre a fine ottobre, e vinta 2-1 dal Genoa a tempo scaduto con una carambola assassina dopo che la Roma aveva giocato costantemente nella metà campo avversaria. Tirando poco in porta, è vero, ma senza rischiare mai.
ATTENZIONE – Morale: se è prevedibile lo sviluppo del gioco, è molto meno prevedibile il risultato. Non solo per i precedenti – la Roma ha sempre perso in casa del Genoa negli ultimi quattro campionati – ma anche per le differenti filosofie. Ne sa qualcosa Luis Enrique che dopo la sua esperienza negativa a Marassi accusò il collega Malesani di difensivismo: «Arrivavamo davanti alla loro area e trovavamo undici giocatori del Genoa. Non è colpa nostra, è colpa del Genoa se la partita è finita male. Erano tutti dietro, per noi era molto difficile segnare» . La Roma può ripartire da quella lezione. Ricordando che il Genoa dello scorso anno era, per assurdo, molto più spregiudicato di questo: nelle stesse classifiche in cui adesso è in fondo, aveva valori molto più alti.
IL RICORDO – Si può raggiungere un obiettivo in tanti modi: De Canio ha scelto di sfruttare l’istinto da killer dei suoi attaccanti (Immobile e il grande ex, Borriello) tenendo la squadra al coperto in attesa della palla giusta. Un esempio dell’equilibrio del Genoa è nella vittoria ottenuta all’Olimpico contro la Lazio. Per buona parte della sfida, è stata la Lazio a comandare e a dare la sensazione di poter passare in vantaggio. Ma un contropiede letale innescato da un colpo di tacco volante di Antonelli ha lanciato Borriello centralmente verso la porta: con un’azione veloce, lineare e precisa il Genoa ha vinto la partita.