IL MESSAGGERO (S. CARINA) – È l’emblema dell’istant team che ha in mente la Roma. Ashley Cole si presenta. Trentaquattro anni a dicembre, più di cento presenze in Champions(torneo vinto nel 2009), tre successi in Premier, sette coppe d’Inghilterra e un’ Europa League: «Sono qui perché spero di vincere lo scudetto». Anche se il motivo dell’ addio al Chelsea lascia leggermente perplessi («Gli anni passano per tutti, non ero più utile al progetto del club e di Mourinho») l’entusiasmo lascia ben sperare: «Il mio agente mi aveva detto che c’era questa possibilità di venire in Italia. Ci sono stati colloqui con lo staff, ho molto gradito l’affetto della società, mi volevano fortemente e ho colto al volo l’opportunità». Non si tira indietro quando gli viene chiesto di Eto’o, accostato nelle ultime settimane alla Roma:«Lui in giallorosso? È un grande calciatore,qualora arrivasse saremmo ancora più forti. Ma non dovete chiederlo a me,c’è una persona qui al mio fianco».
Il riferimento è al Ceo Zanzi che oltre al solito sorriso smagliante, non replica. Del resto il club già si è espresso facendo trapelare come il camerunense sia stato offerto ma non rientri nei piani della società. Cole è consapevole che non sempre , in Italia, i calciatori inglesi hanno avuto grande fortuna. La speranza è quella di invertire la tendenza:«Forse sono più i calciatori britannici ad aver paura di andare all’estero, sono abituati alla culturai nglese. A volte restare a casa è una scelta di comodo. Per quanto mi riguarda,sono stato ben lieto di aver colto al volo questa opportunità. E’anche un’ occasione per uscire da Londra,visto che ho sempre giocato lì(Arsenal e Chelsea, ndc)e confrontarmi con un’ altra cultura, un’altra lingua e un nuovo stile di vita».Sorride quando gli viene chiesto se è a conoscenza della pressione che lo attende: «Non la temo,ho trascorso 14 anni in Inghilterra…Sono qui per vivere queste emozioni,voglio godermi la città e questa esperienza»
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