IL ROMANISTA – M. IZZI – L’agosto del 1942 fu per i tifosi della Roma un periodo privo di grandi sorprese. Come promesso Edgardo Bazzini aveva confermato al completo la rosa campione d’Italia resistendo a diverse pressioni da parte degli squadroni del Nord. Ancora il 30 giugno, ad esempio, era tornata alla carica l’Ambrosiana per il cartellino di Naim Krieziu, ma il massimo dirigente giallorosso aveva risposto picche. La linea dell’intransigenza sulle cessioni aveva però dato vita ad un mercato in ingresso di piccolo cabotaggio. La vicenda più curiosa era stata quella che aveva portato all’acquisto di Vittorio Dagianti. Il giovane calciatore era di proprietà della Lazio, che però si era rifiutata di girarlo direttamente alla Roma. Si era così imbastito un passaggio al Padova e in questo modo si era chiuso l’affare. Fatto sta che Dagianti, assieme a tutti i suoi nuovi compagni (fatta eccezione per Amadei, Andreoli, Blason, Donati e Mornese), era presente la sera del 24 agosto 1942 al raduno della squadra Campione d’Italia. La piccola cerimonia, svolta nella sede di Via del Tritone, era in realtà un pretesto per salutare i rappresentanti della stampa e presentare la nuova stagione: «Si farà di tutto – dichiarò Bazzini con scarsa fortuna – per conservare lo scudetto». Si era alla fine di agosto, a Venezia, nell’ambito della rassegna internazionale del Cinema, veniva presentato il film: “I tre Aquilotti”, che vedeva come coprotagonista un attore di belle speranze che non avrebbe mancato di far parlare di sé: Alberto Sordi. I calciatori della Roma, intanto, nella mattinata del 26 agosto iniziavano ufficialmente il ritiro. Il primo allenamento, venne tenuto al Campo del CONI di Piazza Apollodoro. Il programma, bandito il pallone, prevedeva: «Marcia, corsa e ginnastica». Le immagini dell’epoca ci propongono il presidente Bazzini, con l’immortale e mitico bastoncino di bambù, intrattenersi con la squadra e posare per alcune foto ricordo. Lo stato di guerra in cui si trovava il paese, dunque, aveva interrotto l’embrionale cambiamento che aveva portato la Roma a lasciare la capitale (Badia di Farfa nel 1938 e Cave nel 1939) e la comitiva guidata da Schaffer non si era spostata dai sette colli.
La vita “in ritiro” dei primi anni ’40, non era però neanche paragonabile a quella dei nostri giorni. Emblematico il caso di capitan Guido Masetti che, oltre ad inanellare giri di campo assieme ai suoi compagni, espleta il ruolo di responsabile del settore giovanile ed è impegnato, per conto del Club, (come il 20 di agosto al Campo della Ster del Quadraro) a visionare giovani promesse. A proposito di giovani promesse, il bilancio in uscita non è certo esaltante, il 26 agosto, viene infatti pubblicata la lista di trasferimento dei giocatori giallorossi. Ne fanno parte: «Francalancia, Azim, Cuccia, Alzani, Cipriani, Ferioli, Guadagnoli, Piccinini, Urilli». Dicevamo bilancio amaro, visto che Alzani giocherà per un buon decennio in serie A (ahimè con la Lazio) e Piccinini (padre del popolare giornalista televisivo) finirà addirittura per vestire la maglia della Nazionale. Il 6 settembre, intanto, il periodo di preparazione della Roma si conclude con il debutto stagionale contro la Bagnolese. Si tratta di un’occasione addirittura solenne in quanto prima dell’inizio del match capitan Masetti riceve la Coppa dello Scudetto (che da allora ha vissuto e felicemente superato molte disavventure) dalle mani di Puccio Pucci, Segretario Generale del CONI. Le due squadre scesero in campo con le seguenti formazioni: AS Roma: Masetti (Risorti), Brunella, Andreoli (Acerbi), Jacobini (Salvioli), Mornese (Benedetti), Bonomi, Borsetti (Krieziu), Cappellini (Dagianti), Amadei (Rossi), Coscia, Pantò. All. Schaffer. Bagnolese: Stacul, Antonelli, Peluso, Rioda, Da Caprile, Paone, Gasparin, Giovi, Franzese, Ros, Tessitore. L’entusiasmo del pubblico giallorosso, nonostante la situazione storica drammatica, è ben testimoniato da una cronaca del Littoriale: « I calciofili dell’urbe vogliono bene alla Roma: ieri la costatazione spontanea vedendo le non poche migliaia di persone che sfidando il calore sfibrante di un’estate in ritardo, hanno risposto al suo invito, affollando lo Stadio. Lo hanno confermato subito dopo gli applausi entusiastici che hanno sottolineato la consegna fatta dal Segretario del CONI a Masetti, capitano dei giallorossi della Coppa premio ai vincitori del campionato».
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