CorSera – Montella ha già scelto la sua Roma

CorSera – Montella ha già scelto la sua Roma

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Non c’è tempo per fare festa, anche se i tre punti strappati a Lecce al 90’ lo avrebbero meritato. C’è già alle porte la trasferta di Donetsk, per la gara di ritorno degli ottavi di Champions, dove la Roma sarà chiamata a rimontare il 2-3 senza gli squalificati Cassetti e Menez e con Totti che tornerà titolare. La vittoria in Salento, però, è stata particolarmente importante sia per la classifica che per il morale. Soltanto due volte in questa stagione i giallorossi erano riusciti a vincere dopo essere stati rimontati: contro il Catania in campionato il 6 gennaio (da 1-0 a 1-2 e 4-2 finale) e contro la Lazio in Coppa Italia il 19 gennaio (1-0, 1-1 e 2-1). Il second effort, il secondo sforzo della squadra, è la nota che ha maggiormente soddisfatto Vincenzo Montella (7 punti su 9 disponibili). Per essere alla terza panchina tra i professionisti, Montella dimostra già di avere idee chiarissime. Ha usato 16 giocatori e le sue gerarchie sono nette. In difesa: Doni, Burdisso e Riise hanno giocato tutti e 254 i minuti a disposizione (nel recupero contro il Bologna c’erano 16 minuti in meno), Mexes ha saltato il Parma per squalifica e Cassetti è uscito per infortunio contro il Lecce; Juan è stato schierato titolare solo contro il Parma, quando Mexes non c’era. A centrocampo: intoccabili De Rossi (254’) e Pizarro (209’, ma solo perché si è infortunato contro il Parma), Taddei è stato titolare tre volte su tre (241’), Simplicio solo a Bologna e i 45’ a basso voltaggio contro il Parma gli sono costati la panchina a Lecce. Perrotta, tornato a disposizione, è diventato subito titolare. Greco va in tribuna e i Primavera in panchina. In attacco: Vucinic è l’unico con tre presenze dall’inizio (e tre sostituzioni), Menez l’unico a non essere mai partito titolare (solo 48’), Borriello è partito nelle due trasferte e Totti in casa. Montella è chiaro anche nei compiti. Il rigorista è Totti, il secondo Pizarro. «Non mi piace vedere confusione nemmeno sui calci di punizione» , ha detto venerdì sera nel dopo gara. E durante la gara sfrutta ogni interruzione del gioco per dare istruzioni ai suoi giocatori. Un atteggiamento diversissimo da quello di Ranieri, spesso a braccia conserte nella sua area tecnica. L’impressione del Montella allenatore è più che positiva, anche se resta molto lavoro da fare. Nel gioco, che deve diventare più fluido, e nei comportamenti. Non è passato sotto silenzio, nella città che sa sempre tutto, la sceneggiata di Menez contro Borriello, al 93’, reo di non aver chiuso un triangolo ma di aver tirato in porta. Sono volate parole pesanti e Menez è stato poi costretto a chiedere scusa davanti ai compagni di squadra. Il malessere del 94 è chiaro. Senza più Damiano e con Mexes in partenza, si sente solo, emarginato e con tanta voglia di cambiare aria.

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