Assolto. Con formula piena. Cioè: nessuna squalifica, neppure una multa per l’episodio denunciato dallo Shakhtar accaduto nella gara d’andata degli ottavi di finale, un pugno, anzi un presunto pugno che il biondo centrocampista avrebbe sferrato nei confronti del difensore ucraino Chygrynskiy. Il fatto non sussiste, così ieri, poco dopo le diciotto ha sentenziato l’Uefa con soddisfazione generale a Trigoria.
SENTENZA – Gli ultimi atti della memoria difensiva, la Roma li aveva spediti ieri mattina all’Uefa. L’avvocato Crespo, incaricato dal Direttore operativo Montali, e l’avvocato Antonio Conte, voluto dalla dottoressa Rosella Sensi ( cosa che ha creato qualche attrito tra le parti), avevano preparato una strategia difensiva puntando su tre elementi: 1) l’episodio, avvenuto intorno al trentesimo del primo tempo, in una fase di calcio d’angolo, era da ritenersi una situazione di gioco come ce ne sono a decine in ogni partita quando in area di rigore i giocatori cercano di conquistare la migliore posizione; 2) il colpo era da ritenersi non volontario e non violento, tanto è vero che il giocatore ucraino era rimasto in piedi ( mettendosi le mani sul volto) e poi proseguendo regolarmente la partita; 3) la vicinanza dell’arbitro sufficientemente minima per poter giudicare l’episodio, tanto è vero che poi non era stato riportato nel referto di nessuno dei giudici di gara. Le tesi difensive del club giallorosso sono state accolte nella loro interezza portando, appunto, a una sentenza di assoluzione completa. Un successo che è ancora più importante perché l’esposto presentato dal club ucraino con tanto di firma del presidente del club, era molto duro e circostanziato. Il club ucraino, una voltapreso atto della sentenza, ha già inviato all’Uefa un fax in cui si riserva di fare appello. Non è detto che lo faccia, in ogni caso avrà tempo per farlo sino a martedì mattina.
FILMATO – Lo Shakhtar aveva fatto quasi un lavoro diintelligenceper arrivare alla squalifica di De Rossi. Dopo che Chygrynskiy aveva raccontato l’episodio durante il viaggio di ritorno in Ucraina, il club si è fatto spedire tutte le immagini sulla partita girate dalle televisioni. E da quelle di Sky Europa (non c’entra niente con l’impero mediatico di Rupert Murdoch) aveva tratto la conclusione che c’erano i presupposti per chiedere, attraverso un esposto all’Uefa, la prova tv contro De Rossi (un’operazione del genere in Italia non è permessa dal regolamento). E con quelle immagini aveva preparato l’esposto con l’obiettivo di far squalificare il centrocampista della Roma. Obiettivo fallito.
MONTALI – La Roma ha tenuto segreta la cosa per diversi giorni, fino alla nostra anticipazione sul giornale di ieri mattina. A Trigoria soltanto il direttore operativo Montali e la responsabile amministrativa dottoressa Mazzoleni, erano a conoscenza dei fatti. Non era stato detto nulla neppure al giocatore per consentirgli di giocare sereno a Bologna. Una strategia di basso profilo che ha avuto successo come ha sottolineato un Montali raggiante:«Siamo felici perché ha avuto ragione la nostra linea di riservatezza, è stata premiata la nostra memoria difensiva, era un’azione di gioco». Puntavamo alla serenità della squadra e a evitare l’inevitabile clamore mediatico che ci sarebbe stato. Siamo felici anche perché a Donetsk avremo a disposizione un giocatore importante come De Rossi in una partita che affronteremo con l’obiettivo di fare una grande impresa».