La Repubblica (M.Pinci) – A muoversi sul mercato sono capaci tutti, basta aver qualche euro nel portafogli. Il problema semmai è riuscire a non sbagliare mossa. Soprattutto se in ballo c’è un assegno da una trentina di milioni, leggi un posto per la prossima Champions League. Con Napoli e Juve in fuga, finire sul podio vale già uno “scudettino”, premio di consolazione per il primo degli umani, e soprattutto un posto per il preliminare d’agosto, porta d’accesso a una ventata di soldi freschissimi. C’è chi come il Milan, con pochi mezzi da investire ha preferito evitare di correre rischi. Le altre in corsa, al contrario, hanno deciso di giocare il tutto per tutto e spartirsi gli oscar di gennaio: all’Inter quello per l’acquisto più ricco, Eder, 12 milioni con la solita formuletta del “pagherò”. La Fiorentina ha comprato più calciatori di tutti, con cinque dicasi cinque nuovi acquisti: Zarate, Tello, Tino Costa, Benalouane e Schetino (poi andato in prestito al Livorno). Alla Roma l’oscar della spendacciona, grazie a un investimento totale oltre i 18 milioni per assicurarsi Perotti (10 mln nel 2017), Zukanovic (4) e il baby H’Maidat (3, dirottato dal Brescia all’Ascoli), oltre a El Shaarawy in prestito per 1,4. Soldi spesi bene, visto che i nuovi sembrano correre con benzina diversa rispetto ai compagni. Almeno 6 degli ultimi 9 punti romanisti li hanno regalati loro: ElShaarawy s’è presentato con 2 gol nelle prime 2, uno su assist di Zukanovic e l’altro su invito di Perotti, che s’è preso pure il lusso di decidere il posticipo con la Sampdoria.
Curioso che il Milan, dopo aver evitato azzardi invernali, nel ritorno abbia guadagnato strada su tutte: l’andata l’aveva chiusa a meno 10 dall’Inter terza, in 4 gare gli ha mangiato 5 punti (3 alla Fiorentina, 1 alla Roma), e solo un errore di Bacca a porta spalancata domenica ha impedito di ridurre ancora il gap. Senza acquisti, a rivitalizzareMihajlovic sono state le cessioni (Cerci, Suso, De Jong). Al punto che Galliani può permettersi di replicare a Lady B, spiegando che «davanti a noi non vanno forte e questo ci permette di stare attaccati al treno per il terzo posto». Altro che EuropaLeague, pure senza soldi si può finire in paradiso.