IL ROMANISTA – V. VERCILLO – Non solo Italia alla vigilia della semifinale europea contro la Germania. Il pensiero di Daniele De Rossi va anche – e come sempre – alla Roma:
«Non voglio mancare, sarà una serata storica, più importante delle gare giocate quest’anno e di quelle che giocherò l’anno prossimo, visto che si prospetta un’annata senza coppe europee» ammette il centrocampista giallorosso in conferenza stampa a Varsavia. Ecco il testo integrale delle parole di Daniele De Rossi: In conferenza stampa sia Loew sia Schweinsteiger hanno detto di voler disinnescare Pirlo, perché li preoccupa molto. Tu potresti beneficiare di questa cosa? Avete già un piano partcolare per qualcuno della Germana? No, nessun piano particolare. Però è normale che quando una squadra ha un giocatore geniale come Andrea, gli avversari abbiano un occhio di riguardo per un giocatore del genere. Beneficiarne? Il beneficio lo traiamo se non viene disinnescato, ma credo che l’Italia sia anche altro, che abbia anche altri giocatori in grado di far male alla Germania. Fermo restando che Pirlo è quello che sta dando più continuità a questo genio.
La Germania sfrutterà la sua migliore salute e vi verrà addosso. L’Italia cercherà il possesso? È l’unica arma che abbiamo per evitare la loro pressione, e l’abbiamo resa ancora più letale in questi due anni. Se loro ti pressano fortemente, l’unica cosa puoi fare è palleggiare e cercare di uscire dal loro pressing, altrimenti ti schiacciano. Qualsiasi squadra lo farebbe, in particolare loro che sono molto organizzati nel pressing, sanno quello che fanno e l’hanno dimostrato in altre partite di questo Europeo.
Per non farti giocare ti devono legare, nonostante le tue condizioni fisiche? È banale ripensare alla semifinale del 2006 o vi aiuta? Queste partite nessuno le vuole saltare, soprattutto se si gioca per arrivare a una finale europea. Non serve spiegare quanto ci tengo io o tutti i compagni a giocare. Non si può giocare in 23, ma certo la speranza è quella di stare almeno bene. Mi dispiacerebbe saltarla per un problema fisico. Nel 2006 fu un altra partita, anche senon sono passati 30 anni ma è un’altra epoca, un’altra generazione, io tra l’altro non ho giocato. Fu una serata epica anche perché giocavamo da loro e tutto faceva pensare al loro trionfo e invece così non è stato. Vedo similitudini: anche oggi si pensa che loro siano grandi favoriti, e in parte è vero. Ma non vedo l’Italia che parte battuta, potrebbe diventare una serata storica.
Un guerriero come te difficilmente salterà la sfida per un mal di schiena… Non si tratta di esser guerrieri, ma di essere professionali e si sa che non rinuncio mai a giocare. Lo vedi quando c’è da giocare Roma-Triestina di Coppa Italia, che mi spiacerebbe perdere quasi come Italia-Germania. Quasi. Non è solo un mal di schiena, ci sono stati piccoli problemi, ma sono fiducioso e spero di recuperare. Oggi sarà un test importante per me, non solo una sgambata, e farò di tutto per essere a disposizione.
L’Italia ha avuto difficoltà con squadre come Korea, Slovacchia, ma poi contro Spagna, Inghilterra, Germania non perdete mai. Il vostro trend è vincere con i più forti e perdere con i più deboli? Non c’è bisogno di descrivere una partita del genere e la differenza d’approccio che ci può essere quando affronti squadre meno forti o non scendi in campo per una semifinale europea. E’ grave perché dovremmo giocare sempre con la stessa attenzione e cattiveria, però domani sicuramente non correremo il rischio di sottovalutare l’avversario come magari è successo con Nuova Zelanda o Slovacchia, come ha detto lei.
Prandelli parla di Balotelli e dei suoi sacrifici… Mancini dice che non lo ascolta. Voi, in quanto squadra, come vi ponete con lui? In quanto squadra lo trattiamo come uno della squadra, né più né meno. Chi deve gestire ognuno di noi è l’allenatore e lo fa in modo diverso di volta in volta. Noi lo trattiamo come un compagno di squadra e neanche abbiamo bisogno di fare chissà quale sforzo perché è un ragazzo come tutti gli altri. Se ne parla tanto per le sue qualità, ma è un ragazzo come gli altri e non è difficile da seguire.
Evidentemente però nelle ultime partite è stato difficile parlarci. C’è stato uno scambio piuttosto concitato tra voi nell’ultima gara… In campo è più difficile parlarci? Che era successo? E’ stato facile (ride, ndr)! Il tono può essere un po’ più alto per l’agonismo, l’adrenalina, la lontananza e i rumori dello stadio. È successo mille volte con altri compagni e l’altra volta con lui… A fine primo tempo abbiamo parlato seduti accanto e non è successo niente di quello che è stato scritto. Non ci sono stati focolai di risse e niente di tutto ciò. Ci siamo parlati negli spogliatoi e forse nel secondo tempo ha fatto anche meglio di quanto fatto nel primo. È stato bravissimo.
Dopo queste partite giocate contro squadre fisiche (Inghilterra, Irlanda) e dominate, ora trovate una squadra tecnica come la Germania. Come farete a controllarli? Non possiamo cambiare quanto creato in questi due anni: sarebbe sbagliato e anche inutile. Ormai siamo una squadra nata e cresciuta per giocare in una certa maniera e dovremo provare a giocare così. Sicuramente, anzi, probabilmente non avremo un predominio del possesso palla e del gioco come quelli visti contro Inghilterra e Irlanda, semplicemente perché giocheremo contro una squadra più forte, come mostrano i risultati. Sarà una partita bella, difficile e aperta, ma non possiamo cambiare il nostro modo di giocare.
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