IL MESSAGGERO – U. TRANI – Adesso Daniele De Rossi è più solo. Perché in queste ore, dopo l’espulsione nel derby, anche la sua gente non lo riconosce in più. Scaricato dai tifosi giallorossi con i quali il rapporto era fortissimo. Loro e la maglia, il motivo che più lo aveva spinto, nel febbraio scorso, a restare. Senza più quel feeling che sembrava impossibile interrompere, diventerà più semplice per il vicecapitano della Roma dire addio. Magari già a gennaio. De Rossi avrà tre settimane, almeno, per riflettere. Per decidere se fare la valigia. Il giudice sportivo lo ha fermato per tre turni. Salterà tre partite: contro il Torino, il Siena e il Pescara. La Roma, come già è successo con Osvaldo l’anno scorso, non ha alcuna intenzione di fare ricorso per ottenere una riduzione della squalifica. E, invece, multerà il giocatore con l’ammenda più pesante, cioè il trenta per cento dello stipendio mensile[…]
La coincidenza fa un certo effetto, anche perché con l’allenatore scelto invece da Baldini e Sabatini non è mai stato in sintonia. Zeman dall’inizio ha detto di non considerarlo un regista, preferendogli Tachtsidis. Sempre, tranne nel derby dell’ultima follia di De Rossi. Che non potrà mai essere giustificato per quella reazione. E che, però, ultimamente ha perso la serenità pure per la poca presenza dei dirigenti giallorossi al suo fianco. Nessuno si è fatto vivo con lui quando il boemo lo accusò, dopo la gara con l’Atalanta, di scarso impegno e di pensare ai fatti propri più che al bene della squadra. E nemmeno dopo l’espulsione. Negli spogliatoi ha seguito alla tv il secondo tempo, prima di andare a chiedere scusa a Mauri. Baldini, pur definendo grave il gesto, lo ha assolto, guardando al futuro più che al presente: […]
«Mi dispiace che non sia qui: per noi è giocatore importante» ha ammesso Prandelli da Collecchio, dove si è ritrovata la nazionale per l’amichevole con la Francia. «Non ho alcun dubbio sulla persona. Ha vissuto un momento di tensione, poi ha fatto un gesto bellissimo, chiedendo scusa all’avversario. Ogni tanto gli si chiude la vena. Capita, ma non deve accadere. Non sono preoccupato per il mondiale. La punizione gli servirà per capire come comportarsi. Non penso che lascerà la Roma, anche se non mi intrometto nelle scelte di club e giocatore. È tifoso, troppo legato con squadra e città. Quando si prende questa responsabilità va fuori giri. Se trova l’equilibrio giusto può diventare il punto riferimento per tanti anni e il capitano del futuro». «Se lasciasse il nostro torneo la Roma e il cacio italiano perderebbero tanto. Daniele è uno dei migliori talenti che ci sono in giro» ha chiarito Florenzi. Balzaretti lo ha difeso: «Siamo tutti vicini a Daniele: non deve essere il capro espiatorio, nel derby abbiamo sbagliato tutti. Ha sempre lavorato benissimo e tantissimo. Ha dimostrato coi fatti quanto tiene alla Roma, ha firmato un contratto e credo voglia rimanere. E’ uno dei nostri leader».