Il Tempo (A.Austini) – Se la immaginavano decisamente diversa la loro prima volta tra le 16 migliori d’Europa. A Pallotta e Garcia non era mai successo, ma non possono godersela fino in fondo: la Roma passa il turno e l’Olimpico, o quel che ne rimane, fischia come nelle serate peggiori. Se la qualificazione premia i giallorossi ben al di là dei meriti conquistati sul campo in questo girone di Champions, i tifosi non le risparmiano nulla e scrivono un’altra pagina probabilmente unica del rapporto tra la gente e una squadra.
Ognuno si può fare la sua idea, quella di Pallotta è chiarissima e potrebbe segnare un punto di rottura definitivo. «Alcuni di voi – dice rivolto ai giornalisti prendendosela però con tutto l’ambiente – hanno lasciato soli questi ragazzi. È un gruppo formato da ragazzi giovani e grandi uomini, sta diventando stancante ascoltare ogni giorno questo attacco contro di loro. È frustrante venire qui e sentire i fischi perché passano indietro il pallone al portiere: accade soprattutto per quello che dite alla radio o scrivete ogni giorno. Prima poi qualcuno di voi deve iniziare a crescere e rispettarli come meritano. Siamo agli ottavi di Champions adesso, stiamo lavorando sodo, loro ci tengono come tutti noi qui e del resto non me ne frega niente. Basta tartassare i giocatori, la squadra è cresciuta nel secondo tempo, dimostrando passione».
Chiusura con l’analisi di Baldissoni. «I tifosi possono liberamente scegliere di sostenere o fischiare la squadra – dice il dg – noi non cambieremo il nostro atteggiamento. Cercheremo di lavorare per meritarci gli applausi. I fischi sicuramente non aiutano la squadra. Se qualcuno pensa che così si aiuta la squadra, si sbaglia». Ma difficilmente smetteranno di farlo.