Gazzetta – Ranieri: «Devo dare un segnale. Mi dimetto»

Gazzetta – Ranieri: «Devo dare un segnale. Mi dimetto»

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La cerimonia degli addii si consuma al 41’ della ripresa, quando Paloschi segna il gol del 4-3 e completa così la rimonta perfetta del Genoa. É l’ottava subita nella stagione dalla Roma (12 ° ko) e Claudio Ranieri all’improvviso capisce che la sua storia d’amore giallorossa si è conclusa lì, nel più paradossale dei modi. Roma è la sua città e l’allenatore la conosce troppo bene per non sapere che, per uno come lui che vuole restarvi a vivere, resistere e basta metterebbe persino a rischio la sua sicurezza. Decisioni chirurgiche Perciò ai giocatori mormora solo un paio di frasi: «Così non si può più andare avanti, vi ringrazio» . Gian Paolo Montali lo prega di congelare la sua decisione e, dopo aver sentito al telefono la presidente Sensi (che ordina alla squadra il silenzio stampa), il dirigente spiega: «Ci prendiamo del tempo per riflettere, non dobbiamo prendere decisioni di pancia. Occorre intervenire in modo chirurgico. Vogliamo pensare ai problemi non alle colpe. Sul piano dei risultati siamo indifendibili, ma stavolta la squadra era entrata in campo con l’atteggiamento giusto» .

Valori Troppo poco per placare una piazza che, già dal ventre di Marassi, si sa in ebollizione. Dopo il malinconico volo verso Fiumicino, infatti, Ranieri rompe gli argini e prima delle 21 rilascia il suo testamento giallorosso. «Sono e resto un uomo di campo e dopo una partita come quella di Genova ritengo sia giusto dare un segnale. Lo sport e il calcio hanno dei valori che per me e per chi ci mette lavoro e passione sono la vita. Al fischio finale dopo una partita vibrante sono andato negli spogliatoi per ringraziare la squadra per la prestazione e ho deciso di rassegnare le dimissioni. Fino ad oggi ho pensato al bene della Roma, della società e della squadra. Anche stavolta siamo entrati in campo con la voglia di lottare e vincere per tutti quelli che amano la maglia e la città. Ogni minuto della mia giornata è per la Roma. Ho sempre detto che per me una sconfitta faceva più male, ma vedere i miei ragazzi lottare fino alla fine e perdere mi scuote nel profondo. Ringrazio tutti. Insieme, nonostante le difficoltà, abbiamo fatto un grande lavoro l’anno scorso e quest’anno» . Un punto nelle ultime 5 partite, la virtuale eliminazione in Champions contro lo Shakhtar e soprattutto la lontananza dalle prime 4 posizioni, però, gli sono state fatali. Alle 22 esce dal centro sportivo di Trigoria sulla sua Smart. La trentina di tifosi che contestano non lo riconoscono.

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