CORRIERE DELLO SPORT – R. MAIDA – Alla fine del primo tempo è stato normale il dubbio: la Roma porterà a termine la missione o sarà ancora travolta dal complesso del 2-0? La risposta è stata nel seguito, quasi più bello dell’inizio. Non si può non tenere conto della mediocrità del Palermo, uno sparring partner perfetto, ma vanno apprezzati i progressi generali della squadra che ha preso a pallonate l’avversario. Il tridente d’attacco ha raggiunto numeri impressionanti (17 gol in tre, nessuno va allo stesso ritmo in serie A), la difesa e il centrocampo hanno supportato la micidiale forza d’urto del gioco offensivo di Zeman. (…)« I fischi dell’Olimpico non mi hanno fatto piacere. Uno non se li aspetta dai propri tifosi…. ». Ma alla fine Zeman è sereno: «Quando si vince ci sono miglioramenti – sogghigna il maestro – Anche altre volte avevamo fatto bene a tratti. Ma in questo caso la partita è stata buona e il risultato anche. Il centrocampo e gli attaccanti ci hanno aiutato: Osvaldo ha fatto una partita eccezionale sul piano offensivo e anche difensivo. Sono contento per i ragazzi. Ma io ho sempre avuto fiducia in loro. La fiducia in me? In senso assoluto ogni allenatore è a termine. Ma nessuno in società mi ha mai detto niente» .
I PUPILLI – Ha vinto la Roma, hanno vinto i suoi pupilli: Tachtsidis e Goicoechea. «Hanno fatto bene. Goicoechea lo volevamo e l’abbiamo portato a Roma. Sono contento che sia qui e penso anche la società. Ora può giocarsi le sue carte. Tachtsidis sta confermando le doti che avevo visto a Pescara. Magari qualcuno non sarà d’accordo ma io credo che abbia fatto un ottimo lavoro» . E Totti? Sta volando anche se non fa i gradoni: «Non li fa per problemi alla schiena, è la vecchiaia… Però corre tanto» . Si coccola il capitano con una bacchettata che può sembrare paradossale: «Dovrebbe eliminare certe giocate orizzontali, che possono essere pericolose. Si sente troppo sicuro e fa delle cose che non sono da calciatore vero» . Unico, inimitabile Zeman.