Il Corriere dello Sport – La serata all’Olimpico promette grosse emozioni, e disegna scenari importanti. Sembra un quadro di cui per ora c’è soltanto la cornice ma si sa che -dentro- la tela che vi si può collocare potenzialmente è un capolavoro. A decidere verso quale parte penderà la bilancia -fra la logica di un pronostico che favorisce la Roma e una straordinaria smentita del presunto favorito- saranno diversi fattori. La crescita già avviata e tangibile del calcio di Roberto Donadoni nella cultura mentale dei rossoblù, per cominciare. E, ovvia conseguenza, la qualità del gioco che si sta notando con sempre maggiore evidenza. Ancora, il cresciuto rapporto dell’attacco con il gol, il rientro di Andrea Cossu, ma anche la qualità della difesa. Che mai come stavolta, sarà messa a dura prova da un corrispettivo reparto, quello avanzato giallorosso, su cui poggia la maggioranza delle risorse e delle speranze romaniste.
AL QUARTO POSTO – Il “nonno” è Alessandro Agostini, 31 anni, la linea arretrata titolare dei rossoblù arriva ad appena 25,1 anni di età media. Un reparto giovane quindi, ma efficace come pochi altri: sul trono delle retroguardie più ermetiche del campionato, al momento c’è il Milan con 17 reti subite, poi Samp e Lazio con 18 e il Cagliari (con Inter e Genoa) a quota 19. Un risultato, per quanto parziale, straordinario, che dice tanto nell’immediato, e intriga tantissimo in ottica futura. Un reparto su cui si può riporre grande fiducia pure nella strettissima attualità, anche se stasera bisognerà dire no a fuoriclasse del calibro di Francesco Totti, Marco Borriello, Jeremy Menez e Mirko Vucinic. Gente che dimostra semplicemente con il biglietto da visita di cosa è capace, gente che vale la lotta per lo scudetto. Eppure, Davide Astori e Michele Canini non tremano: giovani sì, ma non pivelli e, soprattutto, con un caratterino poco incline a subire mentalmente nome e titoli degli avversari di turno.
ADATTARSI E’ LA PRIMA REGOLA – Le virtù degli attaccanti che fanno bella mostra di sé in serie A, sono diversissime, eppure salvo impedimenti disciplinari da squalifica o piccoli acciacchi, in campo vanno sempre loro due, nel reparto centrali. Significa che, prima di tutto, riescono a garantire al loro allenatore una elevata capacità di adattarsi rispetto alle caratteristiche degli attaccanti rivali. Astori e Canini, dunque, sono reali certezze: in un calciomercato che diventa schizofrenico quando si parla di attaccanti, due rocce come loro forse meriterebbero maggiori attenzioni. Ma meglio così, meglio che stiano in rossoblù.
Lasciando il lavoro di fascia a Pisano e ad Agostini, ai quali basta essere sani per non lasciare spazio a nessuno, chiunque sia a comporre il tandem offensivo giallorosso stasera (col supporto di un attaccante di movimento o un fantasista) dovrà dimostrarsi più bravo dei due giovani centrali che il Cagliari ha “costruito’ con ostinata determinazione. Per Canini, inoltre, c’è la piccola soddisfazione di mostrare i progressi compiuti al cospetto di una squadra che a più riprese, nel recente passato, ha chiesto informazioni sul suo conto.
BLOCCARE I MOSTRI PER SORRIDERE – Astori e Canini da una parte; Totti e Vucinic, o Borriello, con Menez a danzare alle spalle del tandem. Bocche da fuoco di primissimo livello, che nella Capitale il popolo giallorosso spesso ha sognato di vedere in campo tutte insieme; difficile che Ranieri (chi si rivede, sempre con piacere) possa appagare questo desiderio stasera. Ma comunque vada, a scegliere casca bene; a Canini e Astori il compito invece spetta in ogni caso, a prescindere.
Va da sé, la partita non è Roma-Canini&Astori. Ai granatieri rossoblù dovranno dare il massimo supporto possibile, nell’ambito delle proprie competenze, tutti gli altri compagni. Cominciando da Biondini e -in parte- Nainggolan che dovranno coprire per rendere meno agevole la costruzione del centrocampo romanista, ma il primo filtro competerà agli attaccanti. I quali, più rogne saranno in grado di dare alla difesa della Roma, più alleggeriranno la fatica della difesa del Cagliari. Detto senza troppi giri di parole, dovranno giocare al massimo tutti, senza eccezioni.
SERATA ESALTANTE – Assilli il Cagliari non ne ha, la classifica è tranquilla, e a naso il calendario non agevola le attuali ultime tre. Il che significa una cosa: se va male non cambia la distanza con la zona a rischio, se va bene c’è davvero la possibilità di modificare con largo anticipo le strategie, abbandonando la lotta salvezza e iniziando a posare lo sguardo su panorami più intriganti. Roma-Cagliari è, o meglio può essere anche questo.
Fermare i “ fantastici quattro” della Roma: neutralizzare il divino (c’è chi lo discute, assurdo…) Totti, tarpare le ali a Vucinic e Borriello che spesso hanno dato dispiaceri al Cagliari, tenere d’occhio Menez anche detto Houdini per le magie di cui è capace. Mica poco, ma oltre questo potrebbe esserci un Cagliari pronto a far sognare un’Isola intera.