Che sarebbe finità così lo si doveva capire da subito. Tanti segnali avevano già fatto intuire il triste finale della recita di Marassi: bastava saperli leggere e decriptare. Brutti presagi, manifestazioni di come anche la dea bendata abbia voluto definitivamente abbandonare la Roma al suo triste destino e piccoli casi erano stati avvistati già dall’arrivo del pullman giallorosso al Ferraris. Ricognizione sul campo, passeggiatina, occupazione degli spogliatoi e prima sopresa: Pizarro tutto imbacuccato in borghese e, soprattutto, in tribuna. Prove di forza ranieriane, suppliche di spogliatoio e discorsetto del sabato di Nicolas Burdisso, alla fine, non hanno portato a niente.
Il cileno, considerato guarito da ormai due settimane, non è andato neanche in panchina. Un problemino muscolare dell’ultimo minuto, secondo la versione ufficiale, e appuntamento in campo (o in panchina) rimandato alla prossima volta. Il riscaldamento di qualche minuto dopo porta un’altra brutta notizie: Juan, in dubbio alla vigilia per un affaticamento muscolare, ha la febbre. Ci prova fino all’ultimo secondo, ma il sudore freddo, i brividi e la temperatura in salita lo obbligano a sventolare bandiera bianca.
Inizia la partita, passano solo sette minuti e tocca pure a Perrotta: «stecca» (Pizarro dixit) di Kucka sulla caviglia destra del centrocampista giallorosso. Simone fuori uso: cambio con Taddei, caviglia gonfia, fasciatura con una borsa del ghiaccio e, dulcis in fundo, uscita dagli spogliatoi con le stampelle. Gli accertamenti di oggi daranno un quadro più completo della situazione. Se Perrotta va ko, Borriello, colpito duro un paio di volte, riesce almeno ad aggrapparsi alla corda fino al momento del cambio con Loria. Ultime righe dal bollettino delle sventure giallorosse: da valutare Simplicio, toccato senza troppi complimenti nella ripresa, e ammonito il diffidato Greco. Piove sul bagnato. E tra 48 ore c’è il Bologna.