IL MESSAGGERO (U. TRANI) – Lo scirocco, insistente fin dal mattino, rende appena accettabile il clima tropicale di Natal (29 gradi all’orario del match: le 13 in Brasile). Ma soprattutto aiuta Prandelli a spazzare via gli ultimi dubbi che lo hanno accompagnato nella capitale del Rio Grande do Norte. Sul campo dello stadio Frasqueirao ecco l’Italia che si esercita per lo spareggio di domani contro l’Uruguay. Confermate le indiscrezioni che sono lievitate dopo il flop di Recife contro la Costa Rica: il 3-5-2 con Immobile accanto a Balotelli, il blocco Juve al completo con 6 titolari su 6 convocati, Verratti di nuovo dall’inizio, finalmente De Sciglio a sinistra e Darmian riportato a destra. L’azzardo del tandem inedito in attacco è compensato dalla presenza dei campioni d’Italia di Antonio Conte, nucleo storico della Nazionale.
VIRATA IMPROVVISA Prandelli, insomma, rivede il suo piano. E si affida ai senatori. Non può fare altrimenti, davanti al bivio di Natal: dentro o fuori. Colpa della caduta di Recife. Ormai il ct non può più improvvisare, nè insistere con il 4-1-4-1, utilizzato nelle prime due gare del mondiale. Senza De Rossi e con Thiago Motta sulle gambe, il sistema di gioco scelto un mese fa, nei giorni di ritiro a Coverciano, è scartato. Meglio fare come a Euro 2012, dando certezze al gruppo. Difesa a tre e formula bianconera. La recitano a memoria i sei della Juve e anche quasi tutti gli altri. Balotelli lo ha provato in Polonia, con Cassano al suo fianco. Darmian lo conosce meglio di De Sciglio: i terzini, comunque, non saranno mai in difficoltà, dovendosi comportare più da esterni che da difensori. Lo stesso Verratti non sembra disorientato.
SEPARATI NELLO SPOGLIATOIO Il gruppo è meno unito di quanto ci raccontano. Se Prandelli chiede aiuto al blocco Juve è come se ammettesse che troppi azzurri vanno per conto loro. Ha bocciato, anche in pubblico, i tre inseriti nella ripresa contro la Costa Rica: Cassano, Insigne e Cerci. E a Balotelli, con il quale ha discusso anche durante l’ultima gara, ha rimproverato la minima partecipazione alla fase difensiva: zero pressing e aggressività sugli avversari che portano palla. Normale che si affidi ai sei bianconeri. Loro vanno d’accordo e sanno come comportarsi in campo. A Torino, il 10 settembre scorso, contro la Repubblica Ceca, conquistò la qualificazione al mondiale con due turni d’anticipo proprio con questo assetto. Non con due punte, ma con Giaccherini alle spalle di Balotelli. Tra Bonucci e Chiellini, infilò De Rossi, non potendo contare su Barzagli. Adesso la linea a tre è quella di Conte, anche per rendere più affidabile il reparto che, nel 2014, solo il 31 maggio a Londra, nell’amichevole contro l’Irlanda, è riuscito a non prendere gol. Buffon, capitano e primo interlocutore di Prandelli, sta cercando di ricompattare il gruppo. E’ stato il portiere a riprendere Cassano che si è lamentato, a tavola nel resort di Mangaratiba, per non aver giocato nemmeno un minuto contro l’Inghilterra. Sceneggiata di Totò, tanto sgraziato nell’esternazione da rompere un bicchiere, e ramanzina di Gigi. «Hai stufato». Anche Balotelli va per conto suo, nonostante Chiellini si sia offerto di fargli da tutor. Ieri il centravanti, su Twitter, ha inviato segnali distensivi, accompagnati da un primo piano tutto allegria e felicità. «Voglio sorridere di nuovo. Anche se non sembra, io amo sorridere», con il testo in inglese. In italiano, invece, ha fatto il tifoso: «Forza Azzurri. Sempre e comunque».
COPPIA INEDITA Quattro, dunque, le novità per l’Uruguay: debuttano nel torneo mondiale Bonucci e De Sciglio (diventerebbero 21 gli azzurri utilizzati), torna Verratti per giocare la seconda gara da titolare e Immobile ha la prima chance dall’inizio. Quest’ultimo ha convinto Prandelli che, dopo la tripletta a Volta Redonda contro il Fluminense, escluse la possibilità di schierarlo con Balotelli.Pronto il tandem offensivo mai visto che potrà contare sugli inserimenti di Marchisio, abituato anche nella Juve (lui e Vidal) a salire dietro le due punte
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