IL MESSAGGERO (A. ANGELONI) – Manu, dove sei? Chi lo ha visto? Manuel è il nome di quel ragazzo di talento ammirato la scorsa stagione con la maglia del Verona (33 presenze, otto reti e sei assist). Manuel oggi è un pulcino impaurito, che viaggia a testa china, con addosso la maglia della Roma. Pallotta/Sabatini hanno speso per Manuel Iturbe, detto Juancito, circa 30/31 milioni di euro (una parte per il cartellino di proprietà del manager, le commissioni varie e in più i soldi versati nelle casse del Verona, cioè 22 milioni più 2,5 di bonus). Iturbe è l’acquisto più oneroso della gestione americana (nessuna cessione, in precedenza, era stata così remunerativa nemmeno per l’Hellas, che ha frantumato con Juancito ogni record d’incasso), giocando con le lire, parliamo di una spesa paragonabile più o meno a quelle fatte per Batistuta e Cassano una quindicna di anni fa. Possibile che la Roma abbia speso tutti quei soldi per questo Iturbe? Possibile. Per ora la spesa non vale l’impresa.
I CONTI NON TORNANO – La Roma aspetta solo di rifarsi con gli interessi e c’è tutto un girone per poter gridare alla resurrezione. Altrimenti sarà un bagno di sangue e non solo per quel che riguarda Iturbe, del quale almeno resta il talento, inespresso e da recuperare. Fin ora il denaro, pagato e da pagare in futuro per i giovani, non sta portando grossi risultati: Sanabria 11,9 milioni (mai visto), Uçan 15,75 (mai visto), Paredes 9 milioni (visto appena). Compreso Juancito siamo a una sessantina di milioni di euro. Non si poteva prendere un grande attaccante? La domanda è lecita e la risposta è sì. I conti si faranno alla fine, quando magari Iturbe, come Ljajic, ritroverà la strada del talento. E comincerà a correre a testa alta, per togliersi di dosso quell’antipatica etichetta di mister 31 milioni. Che pesano. E se pensano.