IL TEMPO (A. AUSTINI) – Juventus-Roma da scudetto dopo tredici, lunghi anni. Il 6 maggio 2001 al «Delle Alpi»Nakata e Montella rimontavano la Signora guidata da Ancellotti e prenotavano lo scudetto. La rivincita sarebbe arrivata l’anno dopo – più ai danni dell’Inter che dei giallorossi nel famoso 5 maggio – poi non c’è più stato un campionato conteso dalle due grandi rivali degli Anni Ottanta. Calciopoli ha allontanato la Juve, la rivoluzione americana ha frenato la Roma, serviva lo sbarco di un marziano come Garcia per rilanciare una sfida che nessuno aveva pronosticato alla vigilia. Ore 20.45, allo «Stadium» costruito dove una volta c’era il «Delle Alpi» arriva il primo, vero verdetto del torneo: se la squadra di Conte fa bottino pieno il campionato va in agonia, altrimenti ci sarà ancora da divertirsi. Almeno per un po’.
La Juve sa solo vincere in casa in campionato (ma non in Champions), lo fa ovunque da nove partite di seguito e se allunga la serie a dieci si prende il titolo d’Inverno ma dovrà essere la prima a battere in questa stagione Totti & Co.. Tutte e due le squadre segnano tanto (39 gol a 35) e subiscono poco o nulla: con 7 reti incassate la Roma ha la miglior difesa d’Europa, la Juve avrebbe lo stesso score se si tolgono i 4 schiaffi presi in venti minuti dalla Fiorentina. Quel giorno arbitrava Rizzoli, lo stesso ad avere l’arduo compito di dirigere la supersfida di stasera. Per una volta, sarebbe bello se gli unici protagonisti fossero i calciatori. Juve-Roma offre quasi tutto il poco di buono che è rimasto in Italia. A partire dai due reparti di centrocampo a livello delle grandi d’Europa: da una parteil rientrante Pirlo affiancato da Vidal e Pogba (tutti e tre potevano finire in giallorosso), con Marchisio riserva di lusso e pronto a giocare dall’inizio qualora Conte non se la sentisse di schierare il regista campione del mondo, dall’altra si ricompone il trio esplosivo De Rossi-Pjanic-Strootman.
Il muro formato da Benatia e Castan se la vedrà con la coppia meglio assortita del campionato: Tevez è tornato tardi dall’Argentina ma giusto in tempo per non finire in tribuna dove l’avrebbe spedito la Juve se avesse passato il Capodanno fuori, Llorente è la sua spalla perfetta. La difesa bianconera si poggia su Chiellini e Bonucci, non è certo se pure su un Barzagli acciaccato: Caceres è l’alternativa. Dovranno fermare Totti, Gervinho e il terzo uomo scelto da Garcia. Le indicazioni danno Destro in leggero vantaggio su Ljajic e Florenzi. D’altronde il centravanti marchigiano ha segnato tre gol in tre spezzoni di gara e ha rinunciato alle vacanze per allenarsi ancora. La cosa ha colpito non poco il francese, che sceglierebbe uno degli altri due in ballo solo per una questione tattica. Sulle fasce Maicon se la vedrà con Asamoah, Dodò con l’ex laziale agguerrito Lichsteiner: la partita si può decidere anche in questi duelli. Lontani uno dall’altro, Buffon e De Sanctis difenderanno i pali. Prandelli vorrebbe portarseli entrambi al Mondiale e non ha tutti i torti.