GAZZETTA DELLO SPORT – A. PUGLIESE – «Vedo i giocatori un po’ pesantucci, ma farò di tutto per rendervi felici». E’ la promessa di Zeman ai tifosi, il manifesto con cui ieri si è chiuso l’allenamento pre-partita.
Il boemo ci riuscirà? «Io spero proprio di sì, è da 13 anni che aspettava questo momento», ci dice Karel, il figlio del tecnico boemo: 35 anni, fresco fresco di patentino di seconda categoria (…) e un secondo campionato alle porte da professionista, alla guida del Fano. Un purgatorio lunghissimo, dunque, finito con la chiamata di Baldini un mese fa. «Sono ben 13 anni che a papà dispiace l’idea di non aver potuto far festeggiare i tifosi della Roma. Anche lo scudetto vinto con Capello nel 2001 l’ha vissuto con un po’ di sofferenza interiore: grande gioia per la squadra ed i tifosi, ma anche un pizzico di invidia per non essere stato lui a far felice la gente romanista». L’occasione ora c’è. Come ha vissuto il suo ritorno in giallorosso? «A bocce ferme sarebbe stata una felicità immensa, invece anche qui c’è stato un po’ di conflitto interiore: la chiamata della Roma è arrivata proprio nell’anno della promozione in Serie A con il Pescara, una piazza dove papà è stato benissimo ed a cui è ancora legato. Ma per i giallorossi è pronto a dare tutto, non si è mai risparmiato neanche in piazze meno esigenti». Il laboratorio-Zeman sta già dando i suoi frutti. «Sono certo che probabilmente non dormirà la notte per la Roma. Ma non diciamo che andrà a Trigoria alle 7, come faceva Luis Enrique…». A Riscone, però, la fatica si vede. E si sente. «Ma io non oso pensare cosa dirà a chi si è lamentato o ha sofferto finora. Adesso inizieranno le ripetute sui mille metri. Negli anni passati, era solito farne 11 al giorno, ultimamente ne ha abbonato qualcuna». Finora Zeman ha avuto più o meno di quanto si meritasse in carriera? «Fino allo scorso anno probabilmente avrei detto non molto. Ma la promozione arrivata con il Pescara e la chiamata della Roma sono un bel premio. E mi fanno cambiare idea». Con lui Bojan e Lamela sono due giocatori che possono volare? «Bojan viene da una scuola calcistica diversa, è più abituato a vedere la porta. Se Lamela impara i movimenti giusti per attaccare lo specchio, allora può diventare davvero travolgente». Totti ieri ha cominciato a sinistra, per poi scambiarsi con Osvaldo. Secondo lei dove giocherà, come punta centrale o esterno? «Penso che molto dipenderà dalla sua condizione fisica. Se Francesco riuscirà a fare tutta la preparazione o quasi, allora potrà giocare in entrambi i ruoli, ha la qualità per farlo. Altrimenti, secondo me, giocherà da punta centrale». E’ vero che a Pescara papà è diventato più accorto in difesa? «No, ha giocato sempre allo stesso modo. Solo nelle ultime dieci partite ha fatto scendere solo un terzino, bloccando l’altro. Voleva vincerle tutte e alla fine ci è riuscito. E poi, in quel momento la squadra aveva bisogno di un po’ di sicurezza in più. Il suo gol perfetto è quello con il Gubbio, dove crossa Zanon e dalla parte opposta segna di testa Balzano (i due esterni di difesa, ndr). Ma a Roma rivedrete lo Zeman di sempre». Con il rischio di passare da un 3-0 ad un 4-3 per l’avversario? «Dipende (e ride, ndr). Se sul 3-0 la squadra prenderà un gol e si metterà paura, allora forse sì. Altrimenti le partite possono finire anche 7-0 per la Roma». E con le sigarette come la mettiamo? «Alcuni dottori gli hanno detto di smettere, altri di fumare di meno. Lui si fida molto di più dei secondi». Per concludere, a Fano la seguirà? «Lo scorso anno è venuto a vedermi una settimana e mi ha detto che gli piaceva come lavoravo. Ma io non gli chiedo niente e lui non mi consiglia, vuole che cammini con i miei piedi. Con quale modulo? Con quello che conosco meglio, ovviamente». Il 4-3-3, un marchio di fabbrica della famiglia Zeman.
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