IL TEMPO (A. AUSTINI) – È la Roma di Sabatini e lo sarà per altri tre anni. Un tempo sufficiente per pensare anche ad aggiustare il bilancio, concretizzare il progetto-stadio e accogliere a bordo il nuovo socio cinese. Il lavoro degli ultimi mesi prende corpo in un giorno. Insieme ai dati della semestrale, il club annuncia un rinnovo abbastanza scontato, ma sorprendente per la durata: Sabatini firma fino al 2017, con stipendio confermato da circa un milione di euro lordo. Un triennale voluto fortemente da Pallotta per dare un segnale di continuità e protegere il «suo» uomo dagli attacchi della concorrenza.
Addio Inter di Thohir, che ha corteggiato Sabatini per mesi e domani sarà solo un avversario da battere sul campo, addio brutti pensieri dopo due anni difficili vissuti dal diesse a Trigoria. È lui ad aver costruito, distrutto e rifatto da capo una Roma finalmente vincente, e Pallotta vuole che resti a lungo l’architetto a capo dei lavori. «Sono estremamente felice – dice il presidente – che Walter e il suo staff siano parte integrante del nostro successo di oggi e che continuino ad esserlo per il futuro». Al di là del fattore tecnico, la bontà del lavoro di Sabatini si legge nei numeri del club. Se la Roma ha chiuso la semestrale al 30 dicembre 2013 con una perdita scesa a 3.3 milioni (contro i 26.1 persi nello stesso periodo un anno fa) lo deve in gran parte alle cessioni realizzate nell’ultimo mercato estivo: i vari Marquinhos, Lamela e Osvaldo hanno generato plusvalenze per quasi 50 milioni e la gestione operativa del parco calciatori è positiva per 34 milioni. Oltre al mercato, sono cresciute le entrate legate alle partite (biglietti, area Premium etc.) e alle sponsorizzazioni.
Ma non basta, perché a fronte di ricavi da 57.5 milioni nell’esercizio i costi sono saliti a 73.4 milioni. La Roma spiega che l’aumento delle spese è dovuto sostanzialmente alla crescita del monte ingaggi e agli investimenti sostenuti per potenziare il brand. Quel marchio che ha attirato l’attenzione del ricchissimo gruppo guidato da Chen Feng: le trattative tra Hna e Unicredit per la quota di minoranza continuano e potrebbero portare all’immissione di nuove risorse. Un passaggio per ora non previsto, perché il nuovo aumento di capitale da 100 milioni –«chiamato» ieri dal cda riunito a Trigoria e ora in attesa dell’approvazione dell’assemblea convocata per il 1° aprile – altro non è che la «conversione» di soldi già finiti nelle casse del club attraverso il finanziamento soci. Dalla cessione del club agli americani, infatti, sia il gruppo di Pallotta che la banca hanno staccato assegni per coprire le perdite (l’esercizio chiuderà ancora in negativo per circa 30 milioni, obiettivo pareggio a fine 2015): 100 milioni in più tranche che ora devono essere «trasformati» in capitale coinvolgendo i piccoli azionisti.
E mentre ieri a Trigoria si è svolto il «Licensing Day», durante il quale è stato spiegato ai «licenziatari» che dall’anno prossimo tutti i prodotti passeranno per Nike e che i Roma Store saranno gestiti dalla nuova società «As Roma Merchandising», in America Pallotta ha confermato durante un meeting il prossimo lancio ufficiale del progetto stadio: appuntamento già fissato in Campidoglio per fine marzo, quando scopriremo «un impianto pazzesco, uno stadio hi-tech» promette il presidente. Allo spettacolo in campo dovrà pensarci Sabatini.