CORRIERE DELLO SPORT – R. MAIDA – Da tifoso e da collega, Carlo Mazzone chiede tempo per Zeman. «Ci vuole pazienza, non si può avere tutto e subito» ha detto a Rete Sport l’allenatore che a Zeman, nel 1994, rifilò tre gol in un memorabile Lazio-Roma finito in festa sotto la Curva Sud. Forse Mazzone, da vecchio marpione della panchina, ha anche studiato il curriculum di Zeman e si è accorto di una singolare “coincidenza”. Nelle due stagioni universalmente riconosciute come vincenti, in serie B, Zeman ha cominciato il campionato a ritmi quasi uguali a quello attuale.Eppure, senza le richieste pressanti e legittime dell’ambiente in cui lavorava, ha sistemato la squadra sul piano tattico e atletico e l’ha condotta fino alla promozione. Con due primi posti, tra l’altro. (..)
2011/12 – Simile è stato il percorso del rilancio, dopo anni di oblio in giro per l’Europa, nello scorso campionato a Pescara: 9 punti in 6 partite, con tre sconfitte. Una di queste ha ricordato da vicino quella che la Roma ha incassato pochi giorni fa dal Bologna, sempre alla terza giornata: a Modena, il Pescara era avanti 2-1 fino a pochi sussurri dalla fine e si fece rimontare e scavalcare, perdendo 3-2. E nelle prime sei giornate, prese addirittura 13 gol: due in più della Roma di adesso, che però a Cagliari non ha potuto giocare per il caos sollevato da Cellino. Zeman a Pescara riuscì a migliorare l’equilibrio della squadra proprio a partire dalla settima giornata, con la vittoria sull’Albinoleffe: un 5-3 molto più rotondo nel gioco che nel risultato (al minuto 50 il Pescara era già 5-0). Da quella partita, la squadra allungò con altre 4 vittorie e 1 pareggio nelle successive cinque giornate.
LA MEDIA – Parlando di media-punti, il Pescara lo scorso anno nelle prime sei giornate andava a 1,5 a partita. E vinse il campionato di serie B con 83 punti, alzando la media a 1,98. La Roma che in questo periodo fatica molto sta navigando alla media di 1,33 punti a giornata, se diamo per definitivo il 3-0 a tavolino di Cagliari, oppure di un punto netto a partita, se giudichiamo le cinque giornate giocate sul campo. E’ evidente che Zeman debba migliorare i suoi numeri per competere ad alti livelli, che ci siano troppe cose che ancora non funzionano (lo testimoniano i duri discorsi di ieri a Trigoria, sia di Sabatini che dello stesso allenatore). Ma stavolta il maestro ha un grande vantaggio: se invece di chiudere al primo posto riuscisse ad arrivare terzo, i romanisti sarebbero pronti a ringraziarlo.