Il Corriere dello Sport – A Torino si pensa già al futuro, dopo che due obiettivi stagionali su tre sono già saltati (Europa League e Coppa Italia). I risultati deludenti fanno tornare di moda una soluzione antica in casa Juventus: l’ex ct Marcello Lippi dirigente, l’ex romanista Luciano Spalletti in panchina. L’allenatore dello Zenit sarebbe disponibile a favorire il suo trasferimento rinunciando a soldi e ruolo manageriale.
Se per Lippi si tratterebbe del terzo ritorno, per Luciano si potrebbe finalmente parlare della prima volta, mancata in passato, nonostante sponsor d’eccezione come l’ex ct azzurro o come l’attuale a.d. juventino, respinto in quel suo approccio per ragioni di opportunità. Il tecnico dello Zenit, fresco campione di Russia, proprio oggi rientrerà a San Pietroburgo, dopo due settimane di ritiro a Dubai. La sua situazione non è formalmente cambiata: ha ancora due anni di contratto, molto ricco (5 milioni), senza clausole rescissorie, punta a vincere ora l’Europa League e a fare bene in Champions nella prossima stagione. Ma davanti allachiamata della Juve, la inviterebbe a rivolgersi al proprio club, facendo il tifo, diciamo così, per essere liberato, pronto anche a ridursi l’ingaggio. Essere stato avvicinato all’Inter, nei giorni caldi del dopo Benitez, per esempio, lo aveva appassionato il giusto. Per la Juve, da lui considerata al pari del Manchester come immagine internazionale, Spalletti rinuncerebbe volentieri anche al ruolo di manager alla Ferguson che di fatto ora ha assunto nello Zenit, un impegno che lo affascina molto.
Se dovesse maturare questa soluzione, sarebbe la seconda volta che Spalletti eredita una squadra da Del Neri. Era già accaduto a Roma, pur in circostanze diverse. Quali siano stati i risultati è cosa nota, non soltanto ai tifosi giallorossi.