IL ROMANISTA – P.A.COLETTI – Domenica la Roma celebrerà la sua storia. La Hall of Fame giallorossa andrà in scena il 7 ottobre, a partire dalle 10:15, nel pre-partita di Roma-Atalanta.
Gli undici atleti eletti dai tifosi e dalla commissione verranno premiati all’Olimpico. A ritirare la maglia di Agostino Di Bartolomei ci sarà il figlio Luca che ieri a Rete Sport ha presentato il libro “Il manuale del calcio”, edito Fandango, scritto proprio da Ago. Un’opera postuma uscita in libreria a 18 anni dalla scomparsa del capitano della Roma del secondo scudetto. «Ago lo aveva scritto per trasmettere qualcosa ai ragazzi – le parole di Luca Di Bartolomei –, lo ha scritto tra l’85 e il ’93. In quegli anni lui già si vedeva su un campo di calcio ad insegnare lo sport ai ragazzi».
Il libro era già pronto, gli appunti scritti da Ago erano perfetti. «Io sapevo che mio padre stesse scrivendo questo manuale, ma dopo la sua morte nel riordinare gli appunti io e mia madre mettemmo tutte le sue carte in uno scatolone. Lo abbiamo ritrovato casualmente poco tempo fa. Rimettendo a posto casa, mia madre mi consigliò di aprire quel pacco che giaceva in cantina. All’apertura rimasi sorpreso perché, oltre a una serie di appunti sparsi, trovai il libro già pronto per andare in stampa. Una volta trovato è stato molto emozionante, ed è nata sponanea l’idea di pubblicarlo. Per farlo ho dovuto fare pochissimi aggiustamenti ».
Il libro che Luca Di Bartolomei definisce «un racconto di vita sportiva più che un manuale» è diviso in quattro parti. Nella prima c’è il decalogo del calcio, «una testimonianza completa di quello che dovrebbe essere lo sport – dice Di Bartolomei –, talmente bella che io mi sono sentito in dovere di mettere all’inizio del libro nonostante mio padre l’avesse previsto come chiusura». Nella seconda parte si ripercorre la storia del calcio fin dalle sue più antiche origini. La terza parte è dedicata alla spiegazione tecnica di come si diventa un calciatore, la preparazione fisica, le regole alimentari e comportamentali. Nella sezione conclusiva sono riportate delle interviste a Nils Liedholm, Sandro Ciotti e Giampiero Boniperti. «Ago è di tutti, mio, della mia famiglia, della Roma e dei tifosi – dice Luca -. Visto il grande sforzo fatto da mio padre, era giusto finire il suo lavoro, in più c’è il piacere di ridare ai tifosi qualcosa dell’affetto che in tutti questi anni hanno dato a me e alla mia famiglia».