IL ROMANISTA (V. Meta) – Sul finire del campionato 2007-08, quando a Barcellona stavano pensando di affidare a Luis Enrique l’eredità di Guardiola alla guida del Barcelona Atlètic, meglio noto come Barcellona B,Devis Mangia allenava la Tritium, società sportiva esclusa dall’Almanacco Panini di un posto, Trezzo sull’Adda, escluso pure dalle cartine.
Ha un curriculum che piacerebbe a Umberto Bossi il tecnico che piace a Zamparini, o quantomeno che gli piaceva prima di prenderne tre a San Siro, lo stadio che qualunque utente di Sky ha scoperto nella settimana precedente essere frequentato da ragazzo dal tecnico, nato a Cernusco sul Naviglio e mai sceso, fino alla scorsa estate, più a Sud di Fiorenzuola, provincia di Piacenza. Per il resto, fra giovanili e prima squadra, un paio di spruzzate di Piemonte, Ivrea e Valenzana, e ogni possibile variazione della Lombardia, dal Meda al Voghera, passando per il Tritium e per due differenti cicli al Varese, il primo fra i grandi, portandolo dall’Eccellenza alla C2, il secondo fra i ragazzi, portati a trenta secondi dallo scudetto Primavera, prima che Montini prolungasse una gara già vinta fino ai supplementari.
A Roma hanno cominciato a sentirne parlare allora, chiedendosi come mai una neopromossa in B, di quelle per cui il campionato Primavera è giusto una fastidiosa incombenza, avesse fatto fuori quella stessa Fiorentina che nella doppia finale di Coppa Italia era sembrata un’armata di invincibili. «Ma il Varese ha un allenatore bravissimo» diceva in tempi non sospetti Alberto De Rossi. A Milano, per evidenti motivi, Mangia lo conoscevano meglio, tanto che se la Roma non avesse lasciato andare Stramaccioni gli avrebbero affidato la Primavera dell’Inter. A Palermo non lo conosceva nessuno, fino a quando non è sbarcato quello che lo conosceva meglio di tutti, Sean Sogliano, suo direttore sportivo al Varese. E siccome, come dicono tutti, vincere nel settore giovanile non conta nulla, la sconfitta nella finale scudetto contro la Roma non ha cambiato il suo destino: Sogliano appena è arrivato a Palermo lo ha inserito nella lista della spesa da consegnare a Zamparini, uno che fino a una decina di giorni fa lo paragonava a Wenger, nonostante gli corrisponda lo stipendio più basso di tutta la Serie A. Non ci fosse stato il solito colpo di testa del presidente e relativo esonero di Stefano Pioli, oggi Mangia sarebbe a Gubbio, dov’è attesa la Primavera del Palermo. Invece lo aspetta la Roma. Di Mangia, che solo lunedì scorso ha iniziato il corso per il patentino da allenatore di prima categoria con Roberto Baggio e Cerezo come compagni di classe, dicono sia un tipo piuttosto scaramantico: chissà se i suoi riti propiziatori basteranno a tenere lontano dall’Olimpico lo spettro di Montini.