IL TEMPO (A. SERAFINI) – L’esultanza sfrenata al termine della gara con il Torino è stata un’eccezione, ma il pugno chiuso mostrato ieri dopo il gol di Bastos assume praticamente lo stesso significato. Rudi Garcia compie un altro passo importante nel percorso romanista in campionato passando anche a Reggio Emilia contro il Sassuolo. Con il volto rilassato e la consapevolezza di non dover preoccuparsi più di tanto degli altri risultati, il tecnico francese si presenta nel post gara attendendo da spettatore la sfida del San Paolo tra Napoli e Juventus.
Il commento a caldo del transalpino è fermo e deciso, così come la convinzione che la stagione è tutt’altro che terminata: «Finché la matematica non ci condanna dobbiamo andare avanti, certo mi piacerebbe che vincesse il Napoli». È stato accontentato. Tra pretattica la voglia di stimolare la sua Roma, il cammino giallorosso registra comunque la quarta vittoria consecutiva, certificata nel finale dopo una gara in cui sono apparsi momenti di discontinuità, che la squadra deve imparare a gestire. Un aspetto che Garcia è intenzionato a migliorare: «Mi è piaciuto il gioco, specialmente all’inizio. Non mi è piaciuto il fatto che siamo usciti dalla partita dopo l’episodio di Benatia, abbiamo perso la concentrazione e noi dobbiamo restare concentrati al 100%. Sono contento però dell’atteggiamento mostrato dalla squadra nello svolgimento della partita, se facciamo così fino alla fine della stagione andremo a festeggiare qualcosa di bello».
Nonostante un avversario inconfutabilmente inferiore sotto il profilo qualitativo, per il transalpino ogni successo diventa fondamentale: «È sempre difficile vincere in trasferta, soprattutto poi se affronti una formazione che gioca per la salvezza». Aspettando il recupero di mercoledì con il Parma, gli incontri ravvicinati hanno convinto il tecnico a rinunciare dal primo minuto alla presenza di Totti e Maicon, ricevendo però buone risposte da chi viene chiamato in causa e si fa sempre trovare pronto: «Ogni settimana ci sono tanti elementi che devo valutare, non volevo prendermi dei rischi con Maicon e di solito quando giochiamo con molti giocatori offensivi non abbiamo bisogno di terzini offensivi per essere più efficaci in zona gol. Mi è piaciuto il secondo gol di Bastos, il recupero di Taddei, l’assist di Totti, tutti arrivati da tre giocatori che hanno fatto in modo di far vincere la squadra nonostante siano entrati a partita in corso. C’è una nostra strategia e poi c’è l’atteggiamento: è fondamentale».
Probabilmente il segreto del nuovo corso Garcia, che settimana dopo settimana, continua a infrangere record. Con 70 punti in 30 partite infatti, la Roma supera il traguardo raggiunto da Fabio Capello nel 2001, quando con 67 punti dopo trenta giornate, i giallorossi si involavano verso la conquista dell’ultimo scudetto, vinto proprio davanti alla Juventus.
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