Leggo (R. Buffoni) – Ogni partita una Roma diversa, negli uomini e nella prestazione. È il destino di una squadra «camaleonte», come l’ha definita Garcia. Alla lunga, però, adattarsi all’avversario di giornata senza sviluppare un’identità tattica, un gioco, diventa un limite. Basta incappare come ieri in un turn-over sballato per perdere treni fondamentali. Chi mette solo ora Garcia sul banco degli imputati, dimostra di essersi destato da un lungo sonno.
Le idee del francese si sono estinte assieme alle sgroppate di Gervinho, mai più tornato dalla Coppa d’Africa. Oggi non c’è più nemmeno l’alibi della scadente condizione fisica,nonostante lo stesso Garcia dichiarando che «bisogna allenarsi di più perché stava meglio chi ha giocato col Barça» getti di nuovo un’ombra sinistra sulle abitudini in voga aTrigoria. Puerile il giochino «è colpa di Totti»: 300˚ gol a parte, anche ieri il capitano ha dimostrato di avere ancora qualcosa da dare. Ma una zuppa di cipolle resta tale anche con manciata di caviale. Domenica da dimenticare anche per Pioli. Quella travolta dal Napoli di Sarri è stata una Lazio sbagliata negli uomini e nell’atteggiamento.