IL TEMPO (E,Menghi)- Vendetta fallita. Stavolta i rigori si rivelano fatali per la Roma, che nell’International Champions Cup aveva dimostrato buona mira dagli undici metri contro il Real Madrid, ma non è riuscita ad essere altrettanto precisa contro il Manchester City, con cui aveva un conto in sospeso da dicembre, quando gli inglesi e eliminarono i giallorossi dalla Champions.
In Australia, al Melbourne Cricket Ground, la squadra di Garcia ha giocato a testa alta, ha saputo rimontare due volte il risultato con i capolavori di Pjanic e Ljajic, ma ha pagato gli errori di Doumbia e Keita dal dischetto. Spettatore d’eccezione Dzeko, seduto in panchina vicino al solo Jovetic e ormai corpo estraneo alla formazione di Pellegrini. Da quella postazione «privilegiata», l’attaccante bosniaco ha ammirato le prodezze del suo connazionale: Miralem è stato il migliore in campo, aldilà dello splendido gol dalla distanza con cui ha realizzato l’1-1 in risposta al nuovo arrivato tra i Citizens, Sterling, bravo ad approfittare di uno svarione di Romagnoli (non tiene la linea del fuorigioco).
«Il campo non era adeguato a una partita di questo livello», lo ha giustificato Garcia, comunque felice della prova dei suoi: «Mi è piaciuto il fatto che abbiamo rimontato due volte, vuol dire che la squadra è stata mentalmente forte e sicura di sé. Non dobbiamo cadere in trappola e pensare di essere arrivati: bisogna sempre dare il massimo. Il City è avanti nella preparazione e questo alza il giudizio della prestazione della squadra». Premiata con la prima serata libera.