IL TEMPO – S. PIERETTI – E alla fine parlò pure lui, il grande imputato. Massimo Cellino, da Miami, prova a giustificare il suo gesto folle.
Si difende e passa subito al contrattacco. «In 21 anni – racconta in tarda serata all’Ansa – con il Cagliari non sono mai stato deferito per vicende legate ai passaporti, al doping, agli arbitri, a falsi in bilancio o evasioni fiscali. Sono io o qualcun altro la vergogna del calcio?». Non certo una resa quella presidente rossoblù, in America per motivi di salute. Si sente «nella melma, non so se solo per le medicine che sto prendendo.Perché qui si è ribaltato tutto. Io con il mio invito ho fatto in modo che davanti allo stadio non ci fossero solo gli ultras. E invece finisco messo in croce. Contavo che poi gli abbonati, al 70 per cento donne e bambini, li facessero entrare, nei giorni scorsi avevo avuto anche qualche assicurazione verbale. Ora mi ritrovo tutti contro. E non è giusto, perchè ho solo difeso i sardi». Giura amore eterno alla Sardegna e al Cagliari («chi dice che lo vendo? Non lo farò mai, quello sì che sarebbe un atto di arroganza: la squadra non è mia ma dei tifosi»). E puntualizza con veemenza: «In Sardegna viviamo una specie di stato di polizia, nulla è agibile: la caserma dei vigili del fuoco, lo stadio, gli alberghi. Quanto a me, ho sempre cercato di onorare il calcio e le mie cariche, quando il nostro mondo si stava sfasciando sono stato tra i pochi a tenerlo insieme e devo sentire Abete che mi dice quelle cose. Ma scherziamo?». Sì, però le regole dicono altro: come si fa a invitare i tifosi alla disobbedienza civile e poi sperare di farla franca? «Ma io – conclude – non spero di farla franca, se ho sbagliato pagherò. Rispetto le istituzioni, mi diano anche una penalizzazione oltre il 3-0 a tavolino, ma non m’importa: meglio andare in prigione da innocente che da colpevole».
Abete nel pomeriggio aveva definito «inaccettabile» il suo gesto. «Ha provocato – attacca il presidente federale da Varsavia – un danno d’immagine a tutto il calcio italiano. Gli atti di Cellino sono da sanzionare anche oltre i limiti della giustizia sportiva. Si è partiti quasi scherzando – ricorda Abete – con Cellino che diceva di avere quattro stadi a disposizione, e si è arrivati a questo. È incredibile, inaccettabile e sconcertante. Tutto questo verrà certamente sanzionato, ma la Lega ne deve trarre una morale e cogliere lo spunto per migliorare la qualità dei comportamenti dei suoi dirigenti». Beretta è stato altrettanto duro. «Il comportamento del Cagliari è incomprensibile, abbiamo lavorato a lungo con il prefetto per far giocare la gara in condizioni di sicurezza e una soluzione era stata trovata». Il giudizio politico di Maurizio Beretta sulla vicenda è chiaro, «quello giuridico – aggiunge il presidente della Lega – tocca al giudice sportivo». Se Lotito attacca la Roma, almeno Marotta evita l’ennesimo scontro tra i giallorossi e la Juve. «Se hanno fatto ricorso – dice il dg bianconero – avranno i loro motivi. Ma questa è una pagina triste del made in Italy». Inaccettabile davvero per tutti.