CORRIERE DELLO SPORT – R. MAIDA – La corsa è su Borriello. Non che qualcuno, a Trigoria, abbia rimpianti sul percorso scelto per arrivare in cima, necessariamente influenzato dal ridimensionamento dei costi. Ma il paragone incombe come una zanzara indomabile. Nella serata del faccia a faccia con il passato, gli attaccanti della Roma hanno per ragioni diverse l’esigenza di affermare la loro identità, la loro forza, il loro livello: Osvaldo viene dall’esclusione dalla partita con l’Atalanta e dall’espulsione in Nazionale, Destro riparte da uno zero nell’indice dei gol segnati che comincia a togliergli sicurezze. Genova può essere il punto che serve a tagliare il sottile legame che incolla i romanisti al rimpianto.
PAURA – Il tifoso fatalista considera quasi ineluttabile il gol di Marco B, dove B sta per vendetta. Per risarcimento anticipato, ha già segnato alla Lazio sotto la Curva Sud portando via tre punti dallo stadio che doveva essere suo fino al termine della carriera (contratto fino al 2015). Ma adesso Borriello sarebbe ben felice di farsi maledire anche come ex. Non tanto per il popolo, a cui è rimasto legato, ma per ricordare ai dirigenti che l’hanno cacciato a pagamento – prestito con forte contributo nello stipendio da 4 milioni netti a stagione – di essere ancora uno dei centravanti italiani più bravi che si acquattino in serie A.[…]
GLI SFIDANTI – Osvaldo invece al Genoa ha segnato. Lo scorso anno decise lui la partita all’Olimpico (1-0), una delle ultime vittorie della parabola strozzata di Luis Enrique. Ma non è mai riuscito, più per motivi caratteriali che tecnici, a cancellare definitivamente le ombre di Vucinic e, in un certo senso, anche di Borriello, che gli contenderebbe il ruolo di primadonna pure a una sfilata di moda. L’occasione di Marassi, dopo i problemi con il maestro Zeman, diventa quasi imperdibile. […]
Destro era proprio del Genoa, con la maglia del Genoa in quello stadio ha firmato la prima rete in serie A (al Chievo), improvvisamente è stato spedito nello spazio nemmeno fosse il supersonico Baumgartner: dal Siena alla Roma, a 21 anni, con il fardello di chi è obbligato a fare la differenza subito, per la legge della giungla o più semplicemente del mercato. L’ha sofferta, nonostante il sorriso da giovane scaltro. E ora deve imparare a conviverci. Sempre che Zeman lo mandi in campo.