CORRIERE DELLA SERA (R. FRIGNANI) – «Anche se sei l’unico rappresentante di una minoranza… la verità è la verità». Lo striscione campeggia sulla scalinata dell’Isef al Foro Italico. E il riferimento è chiaro: una parte degli ultrà romanisti non ha digerito la squalifica della Curva Sud per gli striscioni esposti contro la madre di Ciro Esposito il 4 aprile scorso a Roma-Napoli. Anzi. Ieri pomeriggio, prima del pareggio casalingo dei giallorossi con l’Atalanta — che ha finito per scatenare la contestazione alla squadra anche di gran parte dell’Olimpico con fischi e insulti ai giocatori —, in 300 si sono radunati fuori dallo stadio per protestare soprattutto contro il patron romanista James Pallotta, reo secondo loro di non aver presentato ricorso. Ormai il numero uno è un nemico.
Alla vigilia si temevano incidenti che per fortuna non ci sono stati. Niente volti coperti o caschi indossati. Solo slogan contro l’«americano» sul lungotevere blindato da centinaia di poliziotti e carabinieri. Appuntamento alle 13 a ponte Duca d’Aosta, poi trasferimento a largo De Bosis. Il coro «Noi non siamo napoletani» è risuonato in strada mentre i tifosi romanisti degli altri settori varcavano i cancelli dell’Olimpico. Ma ben presto gli insulti contro i partenopei sono stati sostituiti da quelli pesantissimi contro il presidente. «Pallotta maiale»: un altro striscione in testa al corteo dei contestatori che mezz’ora prima del calcio d’inizio è passato sul lungotevere.
Solo sabato scorso in quattro sono stati denunciati per aver esposto messaggi ingiuriosi e diffamatori. Ora rischiano anche il daspo. Due sono incensurati, ma gli altri due hanno precedenti per rapina, lesioni e interruzione di pubblico servizio. Ventenni che le telecamere della polizia hanno immortalato mentre si abbassano dietro gli striscioni al centro della Sud, lasciando solo le mani a reggerli con altre decine di tifosi che potrebbero essere identificati nelle prossime ore. E adesso l’attenzione per una prossima protesta è spostata a Inter-Roma.