La Gazzetta dello Sport (M.Cecchini) – James Pallotta a tutto campo. Prima un blitz a Trigoria per salutare tutto il gruppo, poi allo stadio, approfittandone per lanciare un chiaro messaggio a Spalletti: «Io voglio che resti, ma tocca a lui decidere, non dipende da me. Sono affari: perché devo dirvi che è tutto fatto e rivelare le nostre strategie prima?». E l’allenatore replica: «Sono contento per le parole del presidente, ma anche per la vittoria. La squadra è forte e può fare quelle vittorie che servono a fare grandi competizioni. So che non è il massimo, però sono cose importanti. Il 2° posto non sarebbe un fallimento, ma sarebbe una stagione da zero titoli. Il futuro? Non dipende solo da me. Facciamo le cose regolari. La Roma deve vincere e basta. Il mio contratto non è importante. Questo vale anche per i calciatori, se non vincono vadano fuori anche loro, quelli che ci sono da tanti anni. Quando la prima volta sono andato via, qui era insostenibile, ma perché allora attaccarsi al contratto? Se fai sempre le stesse cose, non vinci mai. C’è gente che stappa se mi levo dai coglioni. Gli ultimi allenatori erano tutti buoni». E su Eusebio Di Francesco dice: «Ho letto che si è offerto alla Roma». Finale: «Da ora in poi se non si parla di calcio non vengo più in conferenza stampa».
OBIETTIVO CHAMPIONS – Pallotta poi passa avanti. «Ho trovato la squadra molto bene, Spalletti si è fatto sentire visto che non stavamo giocando bene. Il rapporto con l’allenatore è eccellente, sta dando moltissimo alla Roma. E’ bello averlo con noi». A proposito di rinnovi, il discorso scivola anche su Totti e De Rossi. «Non ne abbiamo parlato, Francesco ha un contratto per 6 anni da dirigente, non abbiamo parlato di nulla. L’obiettivo è la Champions ora, anche se la stagione non è finita perché la Juve deve giocare a Napoli e tifo per il pari. Ora dobbiamo pensare solo a questo, non ai contratti. Sono fiducioso per il 2° posto. La Champions è il territorio del club. Abbiamo un po’ rallentato, ma penso che alla fine vi andremo. In ogni caso, abbiamo bisogno dello stadio, che spero possa cominciare entro giugno, anche se avrà un anno di ritardo. Poca gente? Non credo che dipende dai prezzi ma dalle notturne. Investimenti? Non possiamo competere con la Juve, ma abbiamo Manolas, Nainggolan, Strootman. Non vogliamo spendere stupidamente i nostri soldi per grandi nomi che non faranno poi una squadra». E a chi gli chiede se preferisce la Coppa Italia o il 2° posto in campionato, il proprietario della Roma risponde: «Forse sono uno stupido americano, ma io voglio giocare la Champions. Poi è chiaro che vogliamo vincere anche la Coppa. Se giochiamo come col Lione possiamo farcela».