IL TEMPO – A. SERAFINI – Il giorno giusto, o forse l’ultimo per decifrare quello che sarà il futuro di Miralem Pjanic. Perchè se gli ultimi venti minuti del derby hanno aperto inesorabilmente un’ulteriore crepa sul complicato e tormentato breve percorso zemaniano, questa volta le scelte del tecnico potrebbero pesare come non mai anche sui giorni che verranno. Lo sfogo di rabbia (in un labiale che lascia poco spazio alle interpretazioni) scoppiato in quel pallone finito alle spalle di Marchetti, è sbollito nel giro di una notte.[…]
La conferma è arrivata ieri, quando il centrocampista di ritorno dall’Algeria per gli impegni della sua nazionale, ha varcato i cancelli del «Bernardini» con l’intento primario di parlare e tendere la mano verso il proprio allenatore. Delle scuse mascherate (che Zeman tra l’altro aspettava) per un malinteso, che ha avuto più il sapore di un incontro chiarificatore a supporto delle smentite avvenute in fretta e furia nel post gara del derby. Nessun problema da parte di entrambi quindi, per un bene comune, che nell’altalena di risultati della squadra sembra più che mai necessario.
Oggi Pjanic riprenderà il lavoro insieme ai compagni, dopo la seduta defaticante passata ieri in palestra (a causa dei settanta minuti giocati la sera precedente con la Bosnia in un campo ai limiti del praticabile), con la speranza che lunedì sera all’Olimpico le chiavi del centrocampo possano tornare ancora una volta nelle sue mani: con il Torino infatti, il boemo sarà costretto a rinunciare a De Rossi e Tachtsidis (entrambi squalificati): gli unici due mediani utilizzati nel ruolo, che più di ogni altro in stagione, è stato oggetto di contesa e discussioni. Se Marquinho si candida insieme a Florenzi per un posto da titolare, Bradley continua sulla carta ad essere ancora l’alternativa più gettonata per una posizione, che il tecnico continua a tenere lontana anni luce dal bosniaco. Questioni di punti di vista per un modulo che secondo Zeman ha bisogno di essere supportato ed equilibrato soprattutto in fase difensiva e che difficilmente può essere ricoperta da un costruttore di gioco con spiccate propensioni offensive. Ma che sia da intermedio o da centrale, l’obiettivo del giocatore proseguirà nel riconquistarsi quel posto da titolare, che nell’ultimo mese ha preso i contorni soltanto di un lontano ricordo. Pazienza e calma, che ovviamente non avranno crediti infiniti: soprattutto da parte di un mercato sempre vigile nell’infilarsi in possibili aperture di trattative o eventuali richieste di cessione da parte del calciatore. Uno scenario, che la società non è disposta neanche a prendere in considerazione, pronta a ribadire l’intoccabilità di un ragazzo considerato parte integrante e futuro prossimo della Roma che verrà. Rispedite al mittente le offerte arrivate da Londra, sponda Tottenham, appena qualche mese fa (supportate anche dalla volontà del ventiduenne di restare nella Capitale) a fine stagione nonostante tutto un primo bilancio verrà stilato.