GAZZETTA DELLO SPORT (A. SCHIANCHI) – In tutte le squadre c’è almeno un giocatore deputato a creare, se non proprio a inventare, la manovra: chiamatelo regista, fantasista, trequartista, fate come volete, ma lì in mezzo al campo uno con i piedi buoni è necessario. Mancini, invece, anche a causa di qualche infortunio, si presenta all’Olimpico, di fronte alla Roma, con una mediana composta da Medel, M’Vila, Kuzmanovic e Guarin. Nessun architetto. Anzi: nemmeno un geometra. E come si può pensare di vedere un’azione ben disegnata se non c’è l’uomo che dovrebbe svolgere quel compito? I gol nerazzurri arrivano da un colpo di testa di Ranocchia su calcio d’angolo e da un cross girato in porta da Osvaldo (con decisiva deviazione di Astori): non proprio una manovra limpida… E anche nell’assalto alla ricerca del pareggi non c’è lucidità, né organizzazione.
DIFFERENZA La Roma, al contrario, punta tutto sulla qualità. A centrocampo il trio Keita, Pjanic, Nainggolan recupera palloni, imbastisce la trama, pressa e rilancia con continuità e precisione. La differenza sta tutta lì, nel cuore del campo, dove i giallorossi hanno uomini in grado di dare un indirizzo alla partita mentre l’Inter si deve limitare a qualche passaggino laterale. A parte la doppietta di Pjanic, decisiva, prendiamo il caso di Nainggolan. Per caratteristiche è un mediano come Medel e M’Vila, ma il belga di Garcia, alla sostanza e alla grinta previste dal mestiere, aggiunge anche importanti numeri tecnici.
CONTRIBUTO Sono 74 i tocchi di Nainggolan, segno che è sempre al centro delle operazioni, pronto a smistare il pallone, a riceverlo, a servirlo in profondità. I tiri: 1 nello specchio, 4 fuori. I passaggi: 49 in tutto, 44 giusti e soltanto 5 sbagliati. I contrasti: 7, di cui 5 vinti e 2 persi. Le gambe di Nainggolan ci sono in ogni occasione, il suo contributo alla causa non manca mai, Garcia può stare tranquillo. Mediano vecchio stile quando è il caso di contenere le avanzate degli avversari, e mezzala se si tratta di tentare la soluzione offensiva: un giocatore per due ruoli. E i suoi movimenti sono utili per accorciare il blocco della squadra e per «strappare» quando si deve pedalare in progressione e dare fastidio al nemico.
IDEE Un dato è davvero da sottolineare, quello che riguarda i lanci. Nainggolan ne effettua 15 positivi. A questo aggiunge 1 cross, 3 sponde, 2 occasioni create e 2 falli subiti (uno di questi provoca la punizione da cui nasce il 4-2 di Pjanic). La prestazione del belga è debordante, perlomeno quanto la sua corsa: non si ferma mai, sgomma, sbuffa, si rialza, riparte, è un motorino sempre acceso. Sono 6 i palloni recuperati e 3 i dribbling tentati (1 sbagliato). Se Mancini potesse contare su un elemento così, probabilmente disegnerebbe un centrocampo diverso e tutta la squadra giocherebbe meglio. Il problema dei nerazzurri è che, lì in mezzo, dove la manovra nasce e dove servono idee, oltre ai muscoli c’è poco altro