(La Repubblica – M.Pinci) – Mostra lo sguardo truce alla Mourinho, Aurelio Andreazzoli, mentre snocciola, appunti alla mano come un bravo studente, i numeri della sua Roma, quasi a voler rimarcare che un briciolo di considerazione per il futuro la merita anche lui: «Da quando ci sono io il nostro ruolino dice più 9 punti sulla Lazio, più 1 sul Napoli, più 11 sull’Inter, meno 1 sulla Fiorentina, meno 4 sul Milan e meno 3 sull’Udinese che ha fatto 7 vittorie consecutive. Penso che non sia un andamento così negativo così come si vuol far sembrare, altrimenti lo hanno avuto negativo anche tutti gli altri». Di Mourinho però non ha il curriculum e la forza espressiva, e dimentica che anche così la sua Roma non sarebbe che quinta, al massimo in Europa League. Anche per questo, forse, i dirigenti stanno già pensando al futuro, quello che tra e oggi contro il Milan e domenica prossima con il Napoli, coda del campionato, si mostrerà ad Andreazzoli sotto forma di Allegri e Mazzarri, i suoi possibili successori sulla panchina romanista. Anche Aurelio li stima: «Mi piacciono molto, credo che siano l’identikit del mio allenatore ideale, hanno fatto la gavetta raccogliendo sempre risultati, perché non dovrebbero far bene in una piazza come Roma?».
Eppure, il rossonero potrebbe, già battendo oggi la Roma, strappare un rinnovo con il Milan per altri 3 anni a condizioni estremamente favorevoli. Il tecnico azzurro invece, è da tempo in contatto con la Roma e vicino — nelle intenzioni dei dirigenti — a diventare il prossimo tecnico romanista. Ma non ha ancora sciolto i dubbi in merito alla possibilità di una permanenza a Napoli. Così a Trigoria restano in piedi, timide, anche piste alternative.
Il primo nome è quello del cileno del Malaga Manuel Pellegrini. Altre ombre per la panchina che Andreazzoli, anche oggi a Milano tenterà di difendere. Servirebbe l’Europa League: «Non siamo ancora fuori, giochiamo per un piazzamento ideale. Oggi non la meritiamo — ammette l’allenatore — ma magari la meriteremo tra 20 giorni. C’è anche il derby che può darci un posto, e quello non ce lo regala nessuno».