RASSEGNA STAMPA – Garcia: “Non ho paura, Totti il mio alleato” (Il...

RASSEGNA STAMPA – Garcia: “Non ho paura, Totti il mio alleato” (Il Messaggero)

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rassegnastampa(Il Messaggero – U.Trani) – «Forza Roma». Il messaggio è semplice, ma sentito. Da Parigi a Lille. Lo scrive Veronica, madame Garcia, e lo riceve Guy Marseguerra, direttore del teatro Sebastopol. «Rudi è mio fratello, ci frequentiamo giorno e sera. E viene spesso qui: gli piace lo spettacolo, musica, commedia e classico. E quando può va ad ascoltare un po’ di rock. Suonano alcuni suoi amici, alla periferia della città». Sorride pensando all’allenatore con la chitarra: «Non è mai salito su questo palco. Lo fa solo a casa, con noi». Dietro alla sua scrivania la maglia rossa del Lille con le firme dei giocatori. «Io sono interista e soffro tanto, adesso però nel campionato so che avrò anche un’altra squadra». Apre la lista degli sms del suo blackberry e indica il display. «Guardate questo, è lui. Dopo aver chiamato la sua signora e le sue tre figlie, ecco il testo per me: sono a New York per firmare con la Roma. Baci».

IL PASSAGGIO DI CONSEGNE
Il sole, a metà giornata, scalda la Francia del nord. Renè Girard, ex allenatore del Montpellier, è ufficialmente il sostituto di Garcia. Che in queste ore fa avanti e indietro da Parigi, dove vive la sua famiglia, al suo rifugio blindato a mezz’ora da la Ville, in rue Massena a Villenevue d’Ascq e alle spalle delle 18 buche del Gold de Brigode. In treno basta meno di un’ora. Rudi lascia la vetrina, in attesa di presentarsi lunedì a Trigoria, al collega che lo sostituisce e che qui non amano come lui. Marseguerra, origini siciliane, racconta il primo incontro con il nuovo allenatore giallorosso e quasi si commuove. «Organizzò un’amichevole di beneficenza tra il Valenciennes e il Lille per il tornado che nel duemilaotto ha distrutto il mio paese. Da quel giorno, siamo sempre insieme». Racconta l’uomo, ma soprattutto il tecnico. E avverte: «Lui non ha paura di Roma. Mi ha detto che non vede l’ora di cominciare. È felicissimo. Per lui è una sfida». Indica tre giocatori, a parte Totti. «Lamela è il calciatore ideale per lui: attaccante veloce che va dritto verso la porta. Anche De Rossi per come sta in campo. Non sono sicuro che dirà di cederlo. E Pjanic che conosce bene: un grande centrocampista».

IL RAPPORTO CON IL CAPITANO
«Totti può fare il finto centravanti». Olivier e Gaelle in un bar del centro di Lille disegnano la Roma di Garcia. Tazzine di caffè che si spostano sul tavolo per spiegare i movimenti. Sono due degli inviati-amici del tecnico che già ha dato le sue indicazioni su come sistemare i giocatori in campo. Senza guardare ai nuovi acquisti, le certezze sono tattiche. «Vuole tre attaccanti. Se ne ha due, li mette sui lati. Per questo il capitano può stare in mezzo. Qui lo ha fatto anche con Bastos e Hazard». Si discute dell’equilibrio. «Se ha Pirlo, usa il regista. Ma se non ha uno con quelle caratteristiche, sceglie tre mediani di sostanza: bravi nella corsa e nell’interdizione. Sa come far rendere al meglio i singoli: il modulo dipende da loro». In difesa nessun dubbio: «Solo a quattro». Prende la parola Antoine, il cronista della Voix du Nord. Stravede per Rudi, chiamato per nome e basta. «Non esiste Blanc. E nemmeno Deschamps. Loro portano in panchina la carriera, le loro medaglie e i loro titoli con la nazionale. Rudi è il migliore con Philippe Montanier, l’allenatore del Rennes. Sono i nostri due tecnici più bravi». Rudi e solo Rudi. «Perché lui sa stare nello spogliatoio. Fa decidere ai giocatori chi sono quelli che devono far parte della commissione dei saggi. Di solito i più carismatici e i senatori». Totti sarà il garante. «Il capitano diventerà il primo alleato». Aggiunge: «Pensate che il nostro, Mavuba, vuole andar via perché Rudi si trasferisce in Italia». Duri gli allenamenti e spesso doppie le sedute di lavoro. «Prima della partita si va in ritiro. Anche se spesso, quando si gioca in casa e in notturna, chiede ai calciatori se è meglio vedersi direttamente la mattina».

PIZZA E BOUTIQUE
Il suo amico Gilberto, tre ristoranti e un alimentari, riceve spesso Garcia nello chic La Laiterie o per una lasagna nel riservato In bocca al lupo. Ma è rue au Peterinck, la preferita del tecnico. Si siede per un antipasto che nel menu si chiama Rudi: salumi di casa nostra, carciofini e pomodori secchi ripieni di tonno, insalata e un minicalzone alla mozzarella. Va lì con Veronica. E anche con le figlie: Carla, 21 anni, lavora nella moda, Clara 16 e Lena 14 vanno a scuola a Parigi. Il cameriere Roberto, tifoso del Palermo, non riceve la mancia ma lo abbraccia per una foto, Garcia lo rimprovera. «La vuoi solo ora che vado alla Roma, non me l’hai chiesta per anni…». All’angolo, su place aux Onions il negozio aperto con il cugino Salvador, pure lui di origini andaluse, mano ispirata nel disegnare vestiti dai colori accesi e bigiotteria raffinata. “Salvanne Original” è nato da una scommessa: «In tre anni porto il Lille ai vertici del calcio francese e noi ci mettiamo in società», disse Garcia nel 2008. Titolo e coppa nel 2011, licenza di vincere.

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