(Il Messaggero – S.Carina) – Da ieri Aleandro Rosi non è più un calciatore della Roma. La notizia era nell’aria da qualche giorno e non rappresenta dunque una sorpresa. Quello che sorprende, invece, è la modalità con la quale si è arrivati al divorzio con il club giallorosso: rescissione consensuale. Procedura che per un ragazzo del 1987, legato alla società sino al 2014, rappresenta certamente un’anomalia. Anche perché Rosi si è accasato nel club (Parma) con il quale il ds Sabatini aveva trovato l’accordo già da qualche settimana. Rimaneva da decidere solamente la formula: prestito con diritto di riscatto o prestito con diritto di riscatto della metà (che avrebbe poi comportato il prossimo anno un ulteriore rinnovo).
Prima che ci fosse la fumata bianca, il difensore ha invece interrotto il rapporto con il proprio procuratore, Davide Lippi (alla base della rottura con l’agente ci sono stati perlopiù atteggiamenti personali ritenuti poco idonei per continuare un rapporto di lavoro) e ha rifiutato il trasferimento.
Convocato sia per il primo ritiro di Riscone che nella tournée negli Usa, da qualche giorno Rosi non rientrava più nei piani dello staff tecnico. La comunicazione al calciatore è stata data al rientro dagli Stati Uniti da Zeman e dal dg Baldini con la conseguente esclusione dal ritiro di Irdning.
Il ragazzo – cresciuto a Trigoria dal 1999 (con tre esperienze in prestito al Chievo, al Siena e al Livorno) – ci è rimasto male. Anzi, molto male. E la modalità con la quale si è congedato – con l’ok della Roma – è lì a dimostrarlo. Ieri ha firmato un contratto quinquennale con il Parma: presentazione oggi pomeriggio.
La sua partenza potrebbe riaprire la pista legata a Torosidis, rimasta in stand-by sino ad oggi. In Emilia va anche Okaka, che però sarà poi girato in prestito allo Spezia. Heinzeè richiesto dal Maiorca, Newell’s e Queens Park Rangers. Per Pizarro, dopo il no al River Plate, è tornata a farsi sotto la Fiorentina. Alberto De Rossi ha rinnovato per altri tre anni.
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