(Il Tempo – A.Austini) – «Non posso prevedere come andrà, ma ho la sensazione che la coppa sarà nostra». Una frase del genere Totti e De Rossi non l’avrebbero mai pronunciata alla vigilia di un derby del genere. Pallotta, invece, si è lasciato andare all’ottimismo (a Radio Manà Sport) durante l’intervallo di Roma-Cantù, alla faccia della scaramanzia che regna sovrana a Trigoria dove oggi irromperà proprio il presidente per caricare la squadra.
Provate a chiedere un pronostico a Francesco e Daniele. Il primo, per risolvere il problema in partenza, ha deciso addirittura di perdersi tutti gli Internazionali di tennis, di lasciare al vice capitano il ruolo di rappresentante della Roma ieri al Quirinale da Napolitano e di concedere oggi i microfoni a Burdisso nella conferenza della vigilia. Un po’ per uno: prima della partita toccherà all’altro «senatore» Perrotta confidare le sensazioni giallorosse a pochi minuti dal match.
Nelle ultime due settimane Totti si è voluto concentrare su tutto il resto: il campo, gli allenamenti, il morale della truppa da tenere altro. Ieri ha guidato una delle due squadre impegnate nella sfida dei tiri in porta, ha vinto l’altra guidata proprio da De Rossi: in palio un gelato che è toccato pagare al capitano e ai suoi compagni di giornata. Un modo per allietare il ritiro iniziato dopo il penultimo allenamento.
Dentro le stanze di Trigoria non si pensa ad altro che alla partita di domani. Per Totti vale come una finale di Coppa del Mondo: vuole alzare il suo sesto trofeo con la Roma. Magari segnando: dopo aver raggiunto i capocannonieri del derby a quota 9 gol, ora insegue il primato assoluto di Da Costa a 11. Sarebbe l’ennesimo record di una carriera che non ha nessuna intenzione di interrompere: a bocce ferme arriverà il momento di parlare del rinnovo di contratto. Totti vorrebbe partire per le vacanze con una rassicurazione.
De Rossi si avvicina invece alla partita con quello che Sabatini chiamerebbe «un dubbio atroce»: e se fosse l’ultima partita con la maglia della Roma? È ormai qualche anno che la domanda sorge spontanea alla fine della stagione. Anche stavolta un fondamento c’è: De Rossi, esasperato dalle critiche e orientato a mollare la Roma soprattutto in caso di sconfiitta in Coppa Italia, si tiene in contatto con Mourinho. Il portoghese non è ancora sicuro di poter allenare il Chelsea ma se lo porterebbe volentieri dietro anche se dovesse finire al Psg. Negli ultimi giorni sul centrocampista è piombato anche il Bayern Monaco con un’offerta sostanziosa. La Roma è pronta a valutarla, nonostante ieri Baldini abbia ribadito che «il futuro di De Rossi è a Roma e spero sia migliore: la sua annata non è stata quella che ci aspettavamo e può invece fare la differenza». Parole di circostanza, come quelle diDaniele durante e dopo la visita Napolitano. «È la prima volta che vengo qui prima di una partita» ha scherzato col presidente al quale ha ribadito «la volontà di giocare una partita leale e corretta in cui accetteremo il verdetto del campo». Poi, all’uscita dal Quirinale, l’appello ai tifosi: «È successo qualche volta qualcosa di spiacevole nei derby, la preoccupazione c’è sempre, ma sono fiducioso perché tanta gente vuole venire e sperare di vincere e festeggiare, ma che lascerà tutte le armi e coltelli a casa». Uno scivolone involontario.
De Rossi ha anche ammesso che «noi sul campo dobbiamo essere i primi a non esagerare». Lui ha già dato nel penultimo derby. Ma stavolta è troppo importante: se dovesse davvero salutare la Roma, la sua città, vuole farlo a testa alta. Insieme ad altri compagni con le valigie già pronte. Per esempio Osvaldo: a Trigoria, in molti, lo considerano già un ex.