Roma in costruzione

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IL MESSAGGERO – A. ANGELONI – Muovetevi e giocate come volete, ha detto Zeman ai suoi giocatori.  Purché lo facciate all’interno del solito schema, il 4-3-3, un marchio  di fabbrica. (…) Contro la selezione della Val Pusteria in  campo vanno un po’ tutti, tranne Dodò, fermo al palo con un ginocchio  ormai gonfio in maniera preoccupante, più Okaka, Lucca e Proietti Gaffi, e arrivano nove gol. Oltre al risultato, ovviamente rotondo, nove a zero per i giallorossi  (gol di Pjanic 2, Totti, Florenzi, Osvaldo, Marquinho, Bojan, Borriello e  Simplicio) qualche minima indicazione sparsa qua e là arriva comunque  dalla prima amichevole della stagione, anche se Zeman sostiene che  queste partite «non siano calcio vero» e che «tutto va costruito con il  tempo ed ora cominceremo a lavorare sulla tattica».

Va registrato  intanto il recupero a pieno regime di Nicolas Burdisso, infortunatosi  pesantemente lo scorso novembre, poi va sostenuto il talento del giovane Alessio Romagnoli, diciassette anni compiuti a gennaio e ha già  bruciato tutte le tappe. Quindi Alessandro Florenzi, classico calciatore  che piace al boemo: corre già a mille, sembra un po’ Di Francesco e un  po’ Tommasi. E ancora, Nico Lopez come Romagnoli, controllato a vista da  Zdenek. L’uruguagio cresce, tra un numero d’alta scuola e qualche  dribbling di troppo. Acerbo, ma talentuoso. Nella formazione del primo  tempo c’è Totti, schierato a sinistra del tridente e Osvaldo al centro,  ma spesso i due si scambiavano la posizione. «Non è nulla definitivo,  sono solo movimenti improvvisati. Francesco l’ho conosciuto come  esterno, poi ha fatto gol anche non da giovanissimo. Può fare anche il  centravanti. Francesco domani (oggi, ndi) in conferenza stampa? Se ce la  fa…», la precisazione di Zeman a fine partita.

L’unico a restare  in campo nel secondo tempo, rispetto all’undici iniziale, è Taddei, che  da terzino destro diventa sinistro. «Può giocare su entrambe le fasce,  quando Rodrigo ha la possibilità di spingere va bene, quando la squadra  soffre viene meno anche lui», ancora il verbo del boemo. Zeman è colpito  dall’abnegazione al lavoro di Taddei e sta studiando tutti i suoi  terzini, compreso Marquinho che, nella ripresa, va a prendere proprio il  posto del connazionale. «Abbiamo uomini di qualità sugli esterni: per  adesso attaccano e difendono a metà, devono migliorare tutti, ma qualche  sovrapposizione l’hanno provata».

Nella ripresa si mette in  evidenza il guizzante Bojan (…), un appesantito  Borriello, vengono poi provati i vari Verre, Bertolacci, Perrotta,  Pizarro, più in difesa ricompare Juan al fianco di Heinze, in porta  finisce il lituano Svedkauskas. La rete di Borriello viene accolta  stranamente da un applauso del pubblico, meno numeroso rispetto allo  scorso anno. Alla fine applausi per tutti, ma non è stato fatto ancora  nulla. E Zeman lo sa. «I ragazzi non avevano compiti precisi, volevo  vedere come giocavano insieme. Ho visto molte coppie che si cercavano,  altri giocatori invece non si conoscono. Lamela? Ha grandi qualità, deve  tirarle fuori. Per me è un attaccante esterno. Bojan? Anche lui ha  mezzi enormi, per adesso gioca un po’ da solo e va in confusione. Non  pensa al compagno ma solo a lui, ha fatto un bel gol ma non basta».

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