Arrivare fino in fondo in Europa League regalerebbe una somma oscillante tra i 25 e i 30 milioni, soltanto di introiti Uefa, ai quali aggiungere gli inevitabili sold out dell’Olimpico che ogni volta portano in dote altri milioni. Lo sanno i Friedkin, ne è consapevole Pinto, l’augurio è che ne prenda atto anche Mourinho. Perché il mare della seconda competizione europea sarà anche popolato «dagli squali che sono retrocessi dalla Champions», ma tolto il Barcellona, non sembra esserci squadra con la quale la Roma parta battuta in partenza.
Come scrive il Messaggero, il Siviglia è in zona retrocessione in Spagna, lo Sporting Lisbona è tagliato fuori in Portogallo dalla lotta scudetto, il Leverkusen è ottavo in Bundesliga, l’Ajax è terzo in Olanda e ha da poco cambiato l’allenatore e lo Shakhtar è la stessa squadra spazzata via nella presentazione all’Olimpico ad agosto, priva ora anche del gioiello Mudryk. A questi vanno aggiunti certamente i club già presenti nella competizione (Arsenal e Manchester United) ma ad oggi non sembrano esserci incroci proibitivi. Ce ne sono di difficili ma nessuno nel quale si possa dire che la Roma parta battuta in partenza.
Andare avanti il più possibile, quindi, è l’auspicio del club. La Roma ha già incassato, in virtù delle 3 vittorie e del pareggio nei match con Betis, Hjk e Ludogorets, 2,46 milioni che sommati ai 3,63 dell’accesso ai gironi e ai 500mila euro per aver raggiunto i playoff, porta il totale a 6,59 milioni.
Andare avanti, farebbe incassare ulteriormente: la qualificazione agli ottavi di finale vale 1,2 milioni; quella ai quarti altri 1,8 milioni per poi salire con le semifinali (2,8) e la finale (4,6) che se vinta porterebbe altri 4 milioni. A questa base di ricavi, sono poi da aggiungere altre quote: quelle dei due market pool (1 e 2) e il ranking storico, cioè il posizionamento nella classifica Uefa degli ultimi dieci anni. Soldi, dunque. Senza dimenticare che chi vince l’Europa League, vola direttamente in Champions.