CORRIERE DELLO SPORT – G. D’UBALDO – La Roma si butta via. Non basta quasi mezz’ora di grande calcio e due gol di vantaggio (la prima doppietta di Lamela) per evitare una sconfitta che sembra l’esatta fotocopia di quella subìta a settembre contro il Bologna. Non basta una partenza lanciata per domare l’Udinese, che ha avuto il merito di non mollare mai e di impedire alla Roma di ragionare, rimontando e trovando nel finale su rigore il gol della vittoria. La squadra di Zeman non riesce ad avere continuità nel corso dei 90 minuti. Un limite che il boemo si porta dietro da anni e al quale non è ancora riuscito a porre rimedio. La Roma ha perso l’occasione di restare agganciata alle prime in classifica. Troppe amnesie in difesa, mentre a centrocampo Zeman fatica ancora a trovare l’assetto definitivo. Ieri ha preferito Pjanic titolare, ma il bosniaco non ha brillato e quando è stato sostituito ha manifestato tutto il suo disappunto. De Rossi si smarrisce nel ruolo di intermedio e c’è da chiedersi se davvero questa Roma non possa fare a meno di Tachtsidis, troppo acerbo per dettare il gioco. Il greco ieri si è fatto espellere nel finale, ma poco prima aveva ricevuto uno sputo da Armero: episodio da prova tv. Zeman è stato di parola: Dodò al debutto dal primo minuto, a sinistra in una difesa dove il più anziano è Castan, con 25 anni. Il giovane brasiliano ha dimostrato che la grande attesa nei suoi confronti è giustificata, anche se ancora ha bisogno di tempo e deve migliorare la fase difensiva. Ma ha corsa, dribbling e le prime azioni pericolose sono nate da sue iniziative. La Roma è partita subito forte, a differenza delle ultime tre gare, contro Juve, Atalanta e Genoa, quando nei primi venti minuti non era riuscita ad entrare in partita. Questa volta la squadra giallorossa ha cominciato a ritmi alti, con un campionario di azioni zemaniane. Già dai primi minuti le occasioni da gol si sono sprecate, con Osvaldo e Lamela. Il più giovane argentino, che è riuscito a conquistare la fiducia di Zeman, ha sbloccato il risultato con la sua prima doppietta in campionato in due minuti. Entrambe le azioni sono state avviate da Totti, sempre nel cuore del gioco della Roma. Al 22’ Lamela si è inventato il vantaggio con una grande giocata e grazie alla complicità della difesa friulana. Due minuti più tardi si è ripetuto, finalizzando di testa un’azione spettacolare su assist di Osvaldo. (..) L’Udinese ha mandato spesso Di Natale dalle parti di Dodò e la Roma si è ritrovata alle corde. Al 32’ il gol di Domizzi ha riaperto la partita. Subito dopo Piris ha sfiorato l’autorete e Di Natale è andato vicino al pareggio. La Roma non era più quella dei primi 25 minuti. Pjanic ha faticato a trovare la posizione, De Rossi a stento è riuscito a prendere l’iniziativa. Il 2-2 dell’Udinese è solo rinviato all’inizio della ripresa. Lo ha firmato Di Natale, con la difesa giallorossa tramortita da una sorta di black out. Superata la fase più delicata della partita la Roma si è rimessa a macinare gioco e a creare occasioni, ma mai con la necessaria lucidità. L’Udinese, che ha dosato bene le energie e non è sembrata accusare le fatiche della gara di giovedì in Europa League, ha continuato a graffiare in contropiede. Così al 43’ è arrivato il gol che ha condannato la Roma a una sconfitta che sa di autolesionismo. Dal dischetto Di Natale ha imitato Totti con il cucchiaio, su un rigore concesso generosamente per fallo di Castan su Pereyra. Ma gli errori della Roma sono stati più gravi di quelli dell’arbitro Massa.