IL TEMPO (E. MENGHI) – La Roma ha una storica allergia all’Inghilterra, ma quello di stasera è il primo appuntamento con il Manchester City e Garcia spera in un battesimo felice all’Etihad Stadium. Non dice apertamente che un pareggio potrebbe starci bene nel libro della Champions rispolverato dopo tre anni, ma oltre a godersi l’Europa adesso i giallorossi hanno la speranza di poter superare il girone monstre che gli è capitato e allora meglio non tornare a casa a mani vuote: «È solo la seconda partita, dopo ci saranno ancora 12 punti a disposizione, ma se saremo in grado di avere più punti alla fine della partita, sarà un passo interessante verso la qualificazione. Non voglio pensare a un risultato negativo. Abbiamo iniziato bene e questo ci dà la possibilità di giocare senza pressione. Dopo il sorteggio tutti davano questa partita per persa, allora sono i nostri avversari ad avere la pressione addosso».
La Roma proverà a fare lo scherzetto alla squadra di Pellegrini, affrontando il match in un modo un po’ diverso rispetto al solito. Rudi ha studiato e ha capito che per contenere l’attacco del City servirà un grande sforzo, non solo da parte dei difensori: «Fanno possesso palla e hanno giocatori importanti che possono accelerare il gioco quando creano spazi o li trovano. Vedremo quale sarà l’atteggiamento del City, noi dovremo essere pronti in ogni caso. Dovremo essere ben organizzati in difesa, recuperare la palla e usarla bene dopo. Ci sarà un piano offensivo e sono sicuro che avremo un nostro momento: dovremo sfruttarlo al meglio». Sarà una Roma più accorta, magari, e dovrà essere brava a concretizzare le chance che le capiteranno nei 90 minuti all’Etihad. Accorta non vuol dire però priva di carattere e fame di vittoria: «Eravamo nella quarta urna, siamo outsider, ma questa cosa ci dà l’orgoglio di dimostrare che forse la valutazione della nostra squadra può essere più alta. Non c’è sfida personale, c’è solo una gara da giocare: dobbiamo essere protagonisti, non è il caso di essere spettatori. Sappiamo che sarà dura, ma cercheremo di rendere la partita dura anche al City». Non si può gettare la spugna prima di cominciare, non è la mentalità che piace a Rudi: «Le partite di Champions sono facili da preparare perché non ho bisogno di motivare i giocatori, sono tutti al 100%. Dobbiamo e possiamo dare tutto in campo, perché poi c’è quasi una settimana per preparare la prossima gara (Juve-Roma, ndr). Non farò calcoli».
Cole spera di rientrare nei piani di Garcia dopo aver solo assistito all’esordio europeo con il Cska Mosca e gli fa notare in sala stampa, dove le attenzioni dei cronisti inglesi sono tutte per lui, che in panchina non ci vuole stare: «Potrei fare meglio se giocassi più partite. Al Chelsea ho vissuto 8 grandi anni e vorrei emulare quanto fatto lì. Sono più cauto nell’attaccare perché sono più vecchio. Il sistema è tutto nuovo e mi devo adattare: più gioco e prima mi adatto».
Garcia ha nascosto sotto un sorriso il disappunto per la frecciatina ricevuta da Cole, che ha almeno evitato di assecondare la polemica partita da Ferdinand (lo aveva definito un «traditore» per questioni che col calcio c’entrano poco) e si è rimesso ad elogiare i Citizens: «Tutti sanno quanto è grande il City, sarà bello giocare contro Lampard. La pressione è su di loro, per alcuni di noi sarà una grande sfida. Speriamo di non perdere».
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