Il Corriere Della Sera (G.Piacentini) – Il miracolo non c’è stato, ma la Roma è uscita dalla Champions League a testa alta. Addirittura con qualche rammarico, sia per il gol subito nel finale della gara di andata da Jesè, sia per le nitide occasioni da gol (cinque) avute ieri sera e che avrebbero potuto riaprire il discorso qualificazione. Poi c’è stato il “solito” gol di Cristiano Ronaldo, che ha annichilito le speranze romaniste, definitivamente azzerate da quello, pochi minuti dopo, di James Rodriguez. Gli elementi per essere soddisfatti, insomma, ci sarebbero pure, ma non per Luciano Spalletti. «Non possiamo – le parole del tecnico – essere soddisfatti di queste due partite. È una cosa che mi angoscia, siamo messi veramente male se ci ritroviamo soddisfatti di due sconfitte per due a zero. Non mi sarei meravigliato se alla fine ne avessimo presi tanti, avrebbe voluto dire che non siamo migliorati e non è facile farlo capire ai giocatori, che non si rendono conto dell’occasione che hanno buttato via in questo doppio turno. Ci sono partite che rimangono nella storia, e te le devi giocare: il rimpianto non è tanto quando perdi una partita, ma quando non te la giochi. Purtroppo siamo ancora deboli».
È stata, forse, l’ultima partita in Europa di Francesco Totti, a cui il «Bernabeu» ha riservato una lunga «standing ovation». Ieri sera la fascia di Totti era sul braccio di Alessandro Florenzi. «Poteva essere una bella favola – le sue parole -, abbiamo imposto il nostro gioco in un campo dove tanti fanno fatica». Troppe le occasioni sprecate. «Dovevamo essere cinici, anche all’andata abbiamo avuto tante possibilità e non siamo riusciti a segnare. Puoi giocare bene quanto vuoi, ma contano i gol». Ora la testa torna al campionato. «Il nostro obiettivo è giocare tutte le partite con cuore e anima, per disputare gare come quella di Madrid. Torneremo in Champions il prossimo anno».