Tagliente: «La Tevere così è lo stadio ideale»

Tagliente: «La Tevere così è lo stadio ideale»

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Il Corriere dello Sport – Oltre 5000 giovanissimi frequenta­tori delle scuole calcio affiliate a Roma e La­zio; oltre 1300 over 60 individuati da Regio­ne, Provincia, Comune ed Associazioni di ca­tegoria. Insieme, animeranno la Tribuna Te­vere in occasione del derby romano di stase­ra alle ore 20,45. Il Derby della Legalità, è stato ribattezzato così. E il questore France­sco Tagliente spiega questa iniziativa, stori­ca e unica: un intero settore riservato, Lega, club, istituzioni e associazioni di categoria tutte insieme a collaborare.

Avvicinare la gente allo stadio. Lo pose co­me obiettivo quando arrivò a Roma. Il derby della legalità è proprio questo?
«Il derby della legalità rap­presenta senza dubbio uno dei tasselli di un mosaico complesso in cui la politica della Questura di Roma si conferma quella del doppio binario. Dobbiamo lavorare per riconoscere la massima attenzione verso i tifosi cor­retti, soprattutto quando, co­me in questo caso, tra loro fi­gurano molti lavoratori. Ma allo stesso tempo ci deve esse­re fermezza verso chi si rende autore di atti illeciti, adottan­do tutti gli strumenti giuridi­ci del nostro ordinamento».

Il derby di sera sembrava irripetibile. E’ una mano tesa ai tifosi? E soprattutto, se tutto andrà bene ce ne saranno altri?
«E’ una mano tesa ai tifosi, sì. E’ la dimo­strazione ulteriore del fatto che l’obiettivo della Questura è quello di riempire lo stadio, e, soprattutto, di andare incontro alle esigen­ze dei “tifosi”, quelli corretti. In occasione di un turno infrasettimanale, in concomitanza con un giorno lavorativo, anticipare l’orario della gara avrebbe significato per molti for­se non riuscire ad assistere allo spettacolo. Non mancano i rischi, ma siamo convinti del fatto che non sarebbe stato giusto penalizza­re chi sta dimostrando ogni domenica di sa­per vivere lo stadio nel rispetto delle leggi e del regolamento d’uso».

Ci avviciniamo al sesto mese della sua esperienza di questore a Roma. E’ soddisfat­to della collaborazione e del dialogo stabiliti con le tifoserie delle curve?
«Non possiamo fare bilanci. Ci sono stati episodi critici, tra cui l’ultimo la scorsa setti­mana in occasione delle celebrazioni dell’an­niversario della Fondazione della Lazio, ma riteniamo che la strada intrapresa possa pro­durre buoni risultati. Ogni domenica regi­striamo una significativa presenza di fami­glie con bambini allo stadio».

Lei tiene molto alla presenza dei bambini allo stadio. Ci spiega perché?
«La presenza di bambini allo stadio signi­fica ritenere questo luogo vivibile anche per i più piccoli: un fatto molto significativo».

Questa sera ci sarà un servizio d’ordine particolare a fare da cordone a questa Tribuna Tevere co­sì… speciale?
«Il servizio sarà quello or­dinario. La Tribuna Tevere avrà questa nuova veste, del resto in occasione dello scor­so derby avevamo già iniziato una manovra di avvicinamen­to a questo esperimento, ri­servando una parte a donne e bambini. L’obiettivo è quello di vedere un clima sereno in quel settore, in cui in passato si sono registrati scontri tra opposte tifoserie, all’insegna della correttezza sportiva e del folclore tipico delle curve da stadio. La Tribuna Tevere, dunque, nelle nostre intenzioni, come simbo­lo dello stadio e dello spettacolo».

Quando si insediò le chiedemmo se il mo­dello Franchi di Firenze, senza barriere, sen­za Polizia all’interno, sarebbe stato ripetibi­le a Roma. Dopo sei mesi, che segnali coglie?
«Ribadisco che non esiste un modello Fran­chi, ma un modello italiano per la gestione della sicurezza allo stadio. Abbiamo ancora tanto lavoro da fare a Roma, ma credo che qualche piccolo passo in avanti sia stato fat­to. Credo che per raggiungere risultati im­portanti sia necessaria la condivisione del progetto da parte di tutti gli attori, comprese le società di calcio e gli stessi tifosi. La mes­sa a fattor comune delle energie positive di ciascuno può fare la differenza».

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