GAZZETTA DELLO SPORT– (…) Ecco Francesco Tavano, l’ex e la certezza, la bandiera e il pericolo. E il sorriso:«Perché vivo un momento bellissimo, dal ritorno in Serie A a 35 anni e l’attesa per una grande sfida».
Come mai è così ottimista? «Perché il risultato di Udine ha “nascosto” una nostra buona prestazione: abbiamo perso solo per nostri errori. E poi so come lavora il nostro allenatore, attento ai particolari come pochi. Venerdì (domani, ndr) ci riempirà di informazioni sulla Roma, scenderemo in campo sapendo perfettamente cosa fare e come mettere in difficoltà il nostro avversario diretto. In questo, mi ricorda molto Spalletti».
Dal quale lei è stato allenato proprio alla Roma. Peccato che non fu per lei una stagione positiva. «Tutta colpa del Valencia, maledetta scelta».
Prego? «Arrivai a Roma dopo sei mesi di inattività in Spagna, il tempo di ambientarmi che di fatto la stagione era quasi finita. Ma non la metto tra le esperienze negative della mia carriera. Non fui riscattato solo per una questione economica: servivano 10 milioni e quella Roma non era club in grado di spendere cifre simili sul mercato. Se solo avessi scelto la Roma, come avrei potuto, l’estate precedente al posto del Valencia, la storia sarebbe andata in maniera diversa».
Perché il Valencia? «Perché fui ingannato, semplice. Perché una settimana dopo aver accettato il trasferimento venni a sapere che in realtà il tecnico(Quique Sanchez Flores, ndr) non mi voleva. La cosa mi tagliò le gambe, non giocavo mai, come potevo dimostrare qualcosa? C’era un pregiudizio nei confronti degli italiani, lo dissi allora e lo ripeto oggi. E io finii in mezzo a un litigio tra il d.s. (Amedeo Carboni, ndr) e l’allenatore».
Chissà, magari oggi sarebbe ancora compagno di Totti. Che ricordi ha del capitano? «Mi aiutò moltissimo a Roma. Per me era un idolo, lo è tuttora. Adoro i numeri 10, lui è il top. Più invecchia, più migliora, un po’ come me… Se ci riesco, sabato gli chiedo la maglia».
Più forte il Tavano di oggi o quello del 2006? «Allora ero tutto istinto, ora sono meno veloce ma con l’esperienza faccio ancora male. Voglio arrivare in doppia cifra».
Ce l’ha un rimpianto? «Ho fatto meno di quanto promettevo. Ma mi va bene così, è mancata solo la fortuna».
Smette prima lei o Totti? «Spero lui… Ma non dipende da me, perché ho il contratto in scadenza con l’Empoli. Di sicuro, non mi vedo in un’altra società da qui alla fine della carriera».
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