La Gazzetta dello Sport (A.Pugliese) – Magari, tra un filetto e l’altro, gli avrà anche raccontato delle 11 vittorie consecutive, delle due Coppa Italia alzate al cielo e della Supercoppa italiana baciata con orgoglio a San Siro nel 2007. E magari gli avrà anche detto di quanto è bravo Luciano Spalletti nel preparare le partite, nell’aspetto tattico e nell’addestramento. Di certo, però, gli ha dato qualche consiglio prezioso: un assist tra piedi eleganti. Quelli di FrancescoTotti a Miralem Pjanic, a cena insieme lunedì sera in un ristorante della Capitale (con l’intrusione ad un certo punto anche di Aleandro Rosi, nello stesso ristorante con altri amici). Una serata a parlare di calcio e non solo, di tattica, di movimenti. E di Luciano Spalletti, ovviamente, uno che Totti conosce molto bene.
IL RUOLO – Anche perché all’orizzonte per i giallorossi c’è la Juventus, un ostacolo che al momento appare una montagna quantomeno ardua da scalare. Da capire se a Torino laRoma dietro si metterà a 4 o invece a specchio con la Juventus, e cioè a 3 (con il conseguente arretramento di Daniele De Rossi difesa). In entrambi i casi, gestire i giochi in mediana proprio lui, Miralem Pjanic. far uscire meglio la palla, avere più pulizia nel palleggio per impostare meglio l’azione. Esattamente quello che prima Roma di Spalletti Pizarro. «Quello è un ruolo particolare, ma i piedi per bene Pjanic ce li ha — ha detto il cileno domenica scorsa — Io sono nato trequartista, poi ho giocato davanti difesa ottenendo risultati importanti». A pensarci bene, proprio come quello potrebbe succedere a Miralem. Prima trequartista, ora regista. Se poi funzionerà bene o meno sarà il tempo a decretarlo. Nel frattempo, però, Totti ha deciso di metterci ancora una volta lo zampino, tendendo una mano all’amico. Con qualche consiglio in più, di quelli giusti. Del resto, la lingua è più o meno la stessa.