Il Corriere dello Sport – La Roma vola in semifinale verso l’ennesima sfida con l’Inter. Perché la squadra di Ranieri a una Juve spenta e irrazionale non ha lasciato neanche le briciole. Il risultato parla da solo: secco, senza se e senza ma. Poi ci sono altri dettagli che fanno la differenza. Ad esempio, i guanti di Julio Sergio: puliti, lindi, non una parata il portiere giallorosso ha dovuto fare in novanta minuti. Al contrario di Storari che ha tenuto a galla la sua squadra con un grande intervento su conclusione di testa ravvicinata di Mexes. Ma gli sforzi del portiere non sono serviti a nulla, non sono riusciti a propiziare una rimonta in quel momento ancora possibile visto che la Roma era in vantaggio soltanto di un gol. La differenza l’ha fatta la qualità: sotto questo aspetto il confronto fra le due squadre è veramente impari perché l’unico che ha dato un po’ di prevedibilità al ripetitivo gioco di Del Neri è stato Krasic (oltre all’Immortale Del Piero), inserito nel secondo tempo. E’ chiaro che la Juve è in difficoltà, ben diversa da quella che qualche mese fa affrontò la Roma in campionato. E’ una squadra spenta, in condizioni fisiche precarie. Inevitabile che alla fine alzasse bandiera bianca davanti alle intuizioni di Vucinic (bellissimo il gol con cui ha sbloccato il risultato) e all’onnipresenza di De Rossi, autore anche dei due assist vincenti (il primo per il montenegrino, il secondo per Taddei che con una bella rovesciata al centro dell’area ha chiuso la gara con tre minuti di anticipo sul fischio finale di Damato).
SORPRESE – Pur confermando i moduli, tanto Del Neri quanto Ranieri hanno voluto concedersi qualche novità rispetto alle previsioni. Il tecnico juventino ha preferito lasciare inizialmente in panchina Aquilani che era uno tra gli ex più attesi ( nella partita di campionato fu tra i migliori in campo) inserendoSissoko. Le conseguenze sono state evidenti perché l’ex giallorosso è l’unico che riesce a dare un po’ di qualità in mezzo al campo al contrario del maliano che migliora il reparto solo dal punto di vista della robustezza ma certo non della creatività. Anche Ranieri ( altro ex) si è concesso qualche variazione sul tema attribuendo a Perrotta il ruolo di trequartista e avanzando accanto a Vucinic, Menez. Per l’allenatore romanista, però, le cose si sono complicate dopo appena quaranta minuti visto che Brighi era costretto a tornare in panchina per un problema fisico mentre in campo Menez e, soprattutto, Vucinic, colpiti duri, obbligavano Ranieri a far scaldare subito Borriello tenuto come carta di riserva e invece inserito all’inizio della ripresa al posto del francese. Bisogna dire che la Roma per avendo il comando del gioco nella prima mezz’ora ( sfiorava il gol in un paio di occasioni), a livello offensivo appariva un po’ fumosa con Menez e Vucinic alla ricerca più della giocata che del colpo risolutivo. La Juve, al contrario sembrava confermare tutti i suoi affanni di stagione, incapace di sviluppare il tradizionale gioco del suo tecnico sulle fasce. La difficoltà a trovare la profondità obbligava Del Neri a rinunciare a un inconcludente Amauri per riproporre Krasic, con avanzamento di Martinez a far coppia con Del Piero. L’infortunio di Pepe, poi, consentiva a Martinez di ritornare sulla fascia e a Iaquinta di scendere sul terreno di gioco.
BANDIERA BIANCA – Con Krasic, la Juve trovava qualcuno in grado non solo di creare profondità ma anche di mettere pressione a Riise che veniva costretto a preoccuparsi soprattutto della fase difensiva. Fase in cui difetta evidentemente Motta. Perché il gol della Roma nasceva non solo da una splendida apertura di De Rossi verso la sinistra, non solo da uno straordinario controllo di Vucinic che poi con un perfetto tiro a giro trovava l’angolo alla sinistra di Storari, ma anche da una evidente amnesia di Motta che stringeva troppo al centro nonostante il montenegrino quasi calpestasse la linea laterale, aggiungendo ad errore un secondo errore guardandosi bene dal mettere l’avversario in fuorigioco e infine non chiudendolo al momento del tiro. Colpita al cuore, la Juventus ha provato una reazione ma più di nervi che di testa. Certo, può reclamare per una cintura in area di Mexes ai danni di Del Piero (il rigore avrebbe potuto propiziare il pari), ma se il confronto lo si analizza dal punto di vista squisitamente tecnico, oggettivamente non ci poteva essere risultato diverso da quello che è poi venuto concretamente fuori. La realtà è che la Roma pur concedendosi qualche eccesso accademico, ha gestito la partita (e anche i cambi) in maniera perfetta. Un’altra bella iniezione di fiducia per la Roma di Ranieri che ha tutti i fronti aperti; un altro campanello di allarme per la Juve che al più presto deve ritrovare le idee perdute (e semmai anche qualche puntello).