Zeman-De Rossi, è gelo

Zeman-De Rossi, è gelo

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CORSPORT (A. GHIACCI) –  Il caso è ufficialmente aperto. E stavolta nessuno potrà essere accusato di voler destabilizzare l’ambiente: la Roma ha fatto tutto da sola. Zeman ha stupito tutti contro l’Atalanta spedendo in panchina tre big come De Rossi, Osvaldo e Burdisso. Dopo il fischio finale ha parlato di «vecchie gerarchie che non contano, serve impegno e non che pensino ai fatti propri» . Burdisso, però, è uscito subito dalla questione, perché Zeman stesso ha detto «ne vorrei venti come lui» . Il campo, dunque, si restringe. Osvaldo è un uomo di Zeman, che lo volle già sei anni fa a Lecce. L’attaccante italoargentino, invece, sembra essere andato incontro a una situazione simile a quella di Marquinho: scarso impegno in allenamento ed esclusione. Zeman ha speso parole di elogio per Osvaldo:«Dopo Totti è il giocatore della Roma con maggiore talento» . Con 3 gol Osvaldo è già il cannoniere della squadra: è destinato a rientrare, purché non faccia come a Torino, dove invece di rincorrere gli avversari spesso si è fermato, alle prese con l’acconciatura, il parastinco o lo scarpino. Nella stessa partita, poi, la discussione con Lamela. L’unico dubbio può essere tattico: «Difficile schierare Totti, Osvaldo e Destro tutti insieme, nessuno dei tre ama giocare a destra» (…)

ROTTURA – Hai voglia a dire che sono tutti uguali, quindi. La Roma ora dovrà far fronte alla rottura Zeman-De Rossi, che oggi sembra difficilmente recuperabile. E’ l’esclusione del centrocampista quella che fa discutere da domenica sera e lo farà ancora a lungo. A differenza del passato, però, la gente oggi non difende De Rossi a spada tratta: anzi, la maggioranza dei tifosi giallorossi sta dalla parte di Zeman. De Rossi è segnalato di umore pessimo: non tanto per la panchina, quanto per le parole spese dopo la partita dall’allenatore. Che lo ha attaccato su quelle che dovrebbero essere le sue armi migliori: impegno, attaccamento alla causa, interessi del gruppo da anteporre a quelli privati. Ancora: Zeman ha ristretto le possibilità tattiche di utilizzo di De Rossi al ruolo che il giocatore apprezza di meno (…)
DUBBI – All’inizio era solo un problema di ruolo. Poi la diversità di vedute sugli obiettivi dell’attuale Roma, con De Rossi che ha espresso un punto di vista anni luce distante da quello del tecnico. Infine, i dubbi nutriti dal mediano, in compagnia di altri giocatori, sui metodi di lavoro imposti da Zeman. De Rossi, tanto per ricordarlo, era entusiasta del “libertismo” importato da Luis Enrique. Zeman però, come confermato dalla dirigenza ai giocatori solo una settimana fa, ha carta bianca sulle questioni tecniche. In più il tecnico considera questa la sua ultima grande occasione e non guarderà in faccia a nessuno quando si tratterà di fare scelte che possono apparire impopolari. La patata ora passa alla società, che ha parlato di«normale scelta tecnica» . Normale? Viste le reazioni che si sono scatenate non sembrerebbe. Gennaio è vicino, Real, City e Psg non hanno perso di vista De Rossi. Il rapporto con Zeman si potrebbe recuperare. Oppure, di fronte a una nuova offerta irrinunciabile, stavolta la Roma potrebbe lasciarlo partire. (…)

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