E sono quattro. Due consecutive. E tra dieci giorni c’è la madre di tutte le partite, il derby. In una giornata in cui tutte le grandi hanno faticato, la Roma crolla anche al Tardini dopo esser passata per l’ennesima volta in vantaggio. Su un campo ai limiti della praticabilità, i giallorossi son partiti alla grande, come capita spesso, per poi crollare alla distanza sempre e solo su errori propri. Se si esclude la gara con la Juventus, la Roma si è sempre suicidata da sola. Una volta Piris, un’altra Burdisso, stavolta Dodò, la prossima volta chissà a chi toccherà: sta di fatto che i capitolini si son fatti nuovamente male da soli ed hanno, di fatto, aperto una crisi soprattutto mediatica che nei prossimi giorni divamperà come un incendio in pieno agosto.
C’è chi non aspettava altro per poter aprir la propria diga, di rancore, nei confronti del tecnico di Praga che ancora una volta ha sorpreso tutti e ha posizionato davanti alla difesa Daniele De Rossi. E’ andato meglio, Capitan Futuro, rispetto alle ultime prestazioni ma anche lui alla lunga ha pagato il campo pesante ed i cinque in mezzo della formazione di Donadoni. Meno bene, invece, Michael Bradley che da intermedio a destra non ha trovato la giusta posizione ne i giusti inserimenti.
Dicevamo però di Zeman. Stavolta il tecnico boemo dovrà affrontare la furia degli addetti alla comunicazione che ne chiederanno, come avviene da settimane, la testa. Senza calcolare, magari, che la partita di Parma soprattutto nel secondo tempo è stata di pallanuoto e che alla fine del primo tempo due salvataggi sulla linea hanno forse modificato l’esito della gara. Toccherà alla società tener duro e difendere Zeman almeno fino a che continuerà a credere in lui. La squadra sembra esser al fianco del mister ma non riesce a metter in pratica ciò che il proprio condottiero chiede ogni giorno nel fortino di Trigoria.
Ora la montagna da scalare inzia ad assumere dimensioni gigantesche e solo con il lavoro e la convinzione se ne potrà uscire ma tutti insieme, da gruppo, da grande ssquandra e grande collettivo. Un centimetro alla volta, passo dopo passo. Domenica arriva il Palermo di Fabrizio Miccoli, altra bestia nera di Totti e compagni: dire che serve la vittoria è come scoprire l’acqua calda ma sarà fondamentale vedere anche come arriverà. Anche perchè sette giorni dopo ci saranno Klose e compagni ad attenderci: e lì non si potrà, e dovrà, davvero sbagliare nulla…